Una strategia è possibile
Le precipitazioni di aprile maggio hanno compromesso la produzione di acacia, ma al contempo hanno favorito le produzioni di millefiori tardo primaverile ed estivo caratterizzato da sulla, trifoglio e girasole. Tale scenario era stato previsto su molti modelli meteo già alla fine dell’anno precedente e nel corso dell’incontro “tecnici in diretta” avevamo osservato la situazione prevista valutando come risultava molto probabile una alta variabilità nelle correnti che avrebbero portato, rispetto alle previsioni degli anni precedenti, una maggiore entità delle precipitazioni come cumulati e come giorni piovosi, con non scarse probabilità di gelate. Questi modelli, evidenziavano una configurazione che delineava il 2023 come un anno apisticamente più da millefiori estivo a discapito delle produzioni primaverili. Un peccato per l’acacia, soprattutto perché l’inizio della primavera stava portando discrete produzioni sul primo miele (erica in primis), ma se la mancata produzione primaverile è dovuta alle precipitazioni e non a gelate tardive le speranze per produrre in estate sono indubbiamente maggiori.
Anche il castagno, seppur non registri produzioni di rilievo dall’arrivo del cinipide, rappresenta un nettare che garantisce quasi sempre qualche kg nel melario, il problema risiede nel fatto che nelle zone vocate a castagno, una volta conclusa questa fioritura estiva, se la melata è assenta non resta molto altro da importare. In conclusione, proprio grazie alle piogge diffuse, per noi apicoltori dannose a primavera, abbiamo potuto giovare di una stagione meno secca con una dinamica inversa rispetto al 2022 dove abbiamo si avuto l’acacia ma, a causa delle mancate precipitazioni, non vi sono state altre produzioni degne di nota.