Nei giorni 23 e 28 ottobre, è stato ottenuto il primo risultato positivo per la Toscana con la localizzazione di un nido di Vespa velutina.
La scoperta è avvenuta grazie all’uso della telemetria, o radiotracking, una tecnica che prevede l’applicazione di un piccolo emettitore, denominato TAG o PIN, sulla vespa, per poi seguirne i movimenti con antenna e ricevitore.
Il nido è stato individuato a Prato in una siepe infestata da edera, ad altezza d’uomo, a circa 400 metri dall’apiario attaccato dai calabroni, nella zona prospiciente al casello autostradale di Prato ovest.
Questo risultato è significativo, e maggiormente utile poiché si tratta di un’area di nuova colonizzazione. Sia che fosse stato l’unico o anche uno dei pochi l’eliminazione del nido nell’area circostante incide in maniera importante sulla presenza delle regine fondatici presenti nella prossima stagione produttiva.
Questo primo successo è stato possibile grazie al Piano regionale di gestione della specie aliena vespa velutina, operativo dal 2023 in attuazione della normativa europea e nazionale che ha permesso l’acquisto dell’apparecchiatura per radiotelemetria.
Il piano prevede il coordinamento scientifico e lo sviluppo della tecnica della radio telemetria da parte di tre dipartimenti universitari: il Dipartimento di Scienze Veterinarie e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Per il monitoraggio e la distruzione dei nidi, collaborano le tre principali associazioni apistiche toscane: ARPAT (Associazione Regionale Produttori Apistici toscani), AAPT (Associazione degli Apicoltori delle Province Toscane), Toscana Miele.
Il gruppo operativo costituito da questi enti sta impiegando strumenti tecnologici innovativi, come il radiotracking, e gestisce una rete di monitoraggio su tutto il territorio regionale per neutralizzare i nidi individuati.
Il personale, formato appositamente nell’ambito del piano, opera al fine di contenere e limitare la diffusione della vespa velutina, che causa gravi danni all’apicoltura.
A tale scopo, il gruppo collabora con altre istituzioni scientifiche, come il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA, e con associazioni apistiche di altre regioni. Tale collaborazione avviene anche nell’ambito della rete STOP VESPA VELUTINA, creata dal progetto ministeriale del MIPAAF (concluso nel 2016), rete che ha continuato a operare per sviluppare strategie di contenimento di questa specie esotica invasiva.