Biologia Vespa velutina

E’ un insetto sociale la cui colonia è formata da 2 caste: i riproduttori (regine e maschi) e le operaie che, come nelle api, sono femmine sterili. Contrariamente a quanto avviene nelle api, che vivono in società permanenti, i nidi delle vespe vengono fondati ogni anno a fine inverno – inizio primavera delle sole regine fecondate nell’autunno precedente. Le regine sono infatti le uniche in grado di svernare in luoghi riparati. A primavera le regine provvedono a costruire le prime cellette e ad allevare alcune operaie. Quando le operaie sono diventate adulte in alcuni casi viene scelto un nuovo nido e le regine si dedicano esclusivamente all’ ovideposizione, mentre le operaie provvedono a procurare il cibo, accudire le larve e ingrandire il nido. In tarda estate o all’inizio dell’autunno, la colonia raggiunge la massima grandezza ed alleva i maschi e le nuove regine che, dopo essere state fecondate, abbandonano il nido e cercano un riparo invernale.

 

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Morfologia nidi Vespa velutina

I nidi sono costruiti con cellulosa impastata alla loro saliva e si differenziano in:

nidi primari, osservabili a fine inverno – inizio primavera, sono di piccole dimensioni e abitati dalla sola regina o da pochi individui. Data la loro forma ridotta passano facilmente inosservati e possono trovarsi in zone riparate anche in contesti urbani (tettoie, serre, case). Possono essere distinti dai nidi del calabrone nostrano dal foro di ingresso piccolo molto diverso dal classico nido concavo “aperto” con le cellette in mostra del nostro calabrone. I nidi secondari, che si iniziano a vedere in estate sono nettamente più grandi e popolati e possono arrivare a contenere fino a 6000 esemplari. Questi nidi sono comunemente costruite sugli alberi ad altezze superiori a 5 metri; non mancano tuttavia nidi trovati nidi in prossimità del suolo ed in aree urbane.

 
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Nuovo ritrovamento di V. velutina in Toscana

velutina02Un esemplare maschio di Vespa velutina è stato rinvenuto nella frazione Monti del comune di Licciana (MS), nei pressi di un apiario. A distanza di più di un anno dal ritrovamento di adulti di V. velutina a Pietrasanta (MS) siamo di fronte ad un nuovo ritrovamento del calabrone sul suolo Toscano. Difficile dire se si tratti di un esemplare proveniente da un nido situato nelle vicinanze o proveniente da trasporto passivo. Trattandosi di un maschio, data la loro capacità di coprire in volo diversi chilometri, è possibile che

La Vespa velutina si avvicina alla Toscana

vv-amegliaRiportiamo la notizia, pubblicata su portale stopvelutina, del ritrovamento ad Ameglia (provincia di La Spezia), di un esemplare del temuto calabrone asiatico.

Il ritrovamento, a pochi chilometri dal territorio toscano, è avvenuto grazie all’apicoltore Paolo Bardine che ha avvistato la V. velutina (foto, dal sito stopvelutina) intenta a lottare con un esemplare di V. crabro in prossimità del proprio apiario.

Attivazione rete monitoraggio Vespa velutina 2018

velutina02Gentili soci apicoltori,  un grazie da parte nostra e dall’Università degli studi di Firenze per chi ha aderito alla campagna di monitoraggio su Vespa velutina effettuata nel corso della stagione 2017. Come probabilmente già saprete, la scorsa stagione la presenza di Vespa velutina è stata registrata in Toscana nella zona di Pietrasanta e a Limone in provincia di La Spezia non lontano dai confini della Regione, pertanto è di estrema importanza riattivare al più presto la rete di monitoraggio

Morfologia della Vespa velutina

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Proprio per le sue caratteristiche morfologiche un occhio inesperto può confonderla con specie vicine indigene appartenenti alla famiglia delle vespidae: Vespa crabro, Vespula spp., Dolichovespula spp., Polistes spp.
La Vespa velutina è lunga dai 19 ai 29 mm con un’apertura alare tra i 37 e i 49 mm.

Antenne: sono di colore nero sulla parte superiore mentre nella parte inferiore tendono al bruno
Capo: la parte frontale di colore giallo arancio mentre la parte superiore, visibile se si guarda il calabrone dall’alto è di colore nero.
Torace: riprende il colore nero o molto scuro della parte superiore del capo.
Zampe: primo tratto delle zampe scuro, gli ultimi 5 tarsi (la parte finale degli arti divisi in piccole sezioni) sono di colore giallo
Addome: primi tre tergidi addominali sono di colore bruno scuro con il margine posteriore di colore giallo giallo-rossastro. Il quarto tergite è quasi interamente di colore giallo con all’interno un triangolino nero. La parte terminale dell’addome è di colore bruno rossastro.

Per queste caratteristiche, in particolare la sua colorazione, un occhio esperto può facilmente distinguere la V. velutina anche in volo

Differenze tra sessi (simili a V. crabro): solo femmine soo dotate di pungiglione, parte terminale addome, lunghezza antenne
Differenze tra caste meno evidenti: non differenze nel pattern di colorazione, differenze
dimensionali ma altamente variabile e grande sovrapposizione (Perrard et al. 2012)

Non confondere con…

La Vespa velutina ha caratteristiche morfologiche uniche che rendono il suo riconoscimento immediato se si conoscono le differenze tra i vari vespidae.
Sicuramente le somiglianze più spiccate sono con il calabrone giallo Vespa crabro.
Vespa cabro ha:
• dimensioni maggiori
• testa torace e zampe tendono al bruno rossastro.
• addome con solo i primi due tergiti scuri, mentre i restanti sono di colore giallo con macchie scure.
• zampe sono interamente di colore scuro e non di 2 colori
• le antenne sono di colore bruno rossiccio.

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Morfologia nidi

I nidi sono costruiti con cellulosa impastata alla loro saliva e si differenziano in:
nidi primari, osservabili a fine inverno – inizio primavera, sono di piccole dimensioni e abitati dalla sola regina o da pochi individui. Data la loro forma ridotta passano facilmente inosservati e possono trovarsi in zone riparate anche in contesti urbani (tettoie, serre, case). Possono essere distinti dai nidi del calabrone nostrano dal foro di ingresso piccolo molto diverso dal classico nido concavo “aperto” con le cellette in mostra del nostro calabrone. I nidi secondari, che si iniziano a vedere in estate sono nettamente più grandi e popolati e possono arrivare a contenere fino a 6000 esemplari. Questi nidi sono comunemente costruite sugli alberi ad altezze superiori a 5 metri; non mancano tuttavia nidi trovati nidi in prossimità del suolo ed in aree urbane.

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Aggiornamento V. velutina in Toscana: avvistata predazione sugli alveari

19720235 10155448445009556 1437507891 oGiovedì 29 giugno e’ stato rinvenuto un esemplare di V. velutina nelle trappole poste in prossimità dell’apiario dove il 27 giugno era stata avvistata per la prima volta la V. velutina in Toscana.
Venerdì 30 giugno un team composto dalla professoressa Rita Cervo e dal dott. Federico Cappa (Università di Firenze – Dip.to Biologia), dal dott. Antonio Felicioli (Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa, referente locale della rete scientifica di Stop Velutina), dal dott. Enrico D’Addio (Veterinario), dal tecnico Arpat Michele Valleri e da apicoltori della zona si sono recati nell’apiario di Teodoru Miscoci, l’apicoltore che per primo ha rilevato la presenza di Vespa velutina in Toscana.

Nel corso della giornata sono stati avvistati due esemplari di Vespa velutina di cui uno intento a predare le api in prossimità delle arnie.

IMPORTANTE: 30 giugno – Incontro Vespa velutina a Camaiore

velutina01A seguito del ritrovamento di un esemplare adulto di Vespa velutina a Pietrasanta in provincia di Lucca, l’associazione ToscanaMiele , in collaborazione con Arpat , ha organizzato un incontro informativo per il giorno 30 giugno p.v alle ore 21 a Camaiore.

Falso allarme Vespa velutina a Castelfiorentino

scoliaDomenica 8 maggio è uscita, su alcuni giornali locali, la notizia del ritrovamento e distruzione da parte dei vigili del fuoco di un nido di Vespa velutina nel centro di Castelfiorentino.
Un nostro tecnico ha esaminato alcuni campioni di vespe ancora presenti sul luogo e si è confrontato con i Vigili del Fuoco, con i Servizi Veterinari del luogo e con la professoressa Rita Cervo dell’Università di Firenze.

A seguito di questa verifica possiamo tranquillamente smentire che il nido distrutto sia da riferirsi a Vespa velutina.