L’innalzamento delle minime e l’afflusso di nettare non intenso ma costante ha favorito il fenomeno della sciamatura.
Siamo ancora ben lontani dalle decine e decine di segnalazioni di sciami pervenuti in associazione nel 2019, ma il fenomeno iniziato da inizio aprile, è in netta crescita e tutto fa pensare ad una febbre sciamatoria partita in ritardo ma destinata a incrementare nel perdiodo tra fine maggio inizio giugno.
Per alcuni suggerimenti in merito al controllo della sciamtura si rimanda ad un precedente articolo (link).
Arpat non si occupa direttamente del recupero sciami ma ha un elenco di soci nella provincia di Firenze e su buona parte del territorio toscano in grado di intervenire. Tuttavia, date le misure restrittive ancora in atto per arginare la diffusione del corona virus, suggeriamo vivamente agli apicoltori che intendono effettuare servizio di recupero sciami di contattare, prima dell’intervento, vigili del fuoco o protezione civile. Se i VVFF o la Protezione Civile ritengono opportuno il recupero dello sciame saranno loro a permettere l’intervento dell’apicoltore in veste più ufficiale.
Sempre a causa dell’attuale situazione, nel caso in cui arrivino richieste di recupero sciami in associazione, i richiedenti saranno invitati a contattare i VVFF o la protezione civile. Al contrario se arrivassero richieste all’associazione da parte dei VVFF o di altre amministrazioni/autorità pubbliche forniremo l’elenco di apicoltori che hanno dato la disponibilità ad intervenire anche durante l’emergenza coronavirus.
Resta il fatto che gli apicoltori che intendano effettuare il recupero dovranno utilizzare tutte le misure necessarie per operare in piena sicurezza (per loro e per i cittadini) e in totale conformità a quanto previsto per gli spostamenti in tempi di COVID-19, ma soprattutto dovranno particolarmente sorvegliare i propri apiari per evitare preventivamente le sciamature.