Siamo già alla metà di giugno ma è dai primi dell’anno che purtroppo continuano le segnalazioni sulla presenza di infestazioni di varroa sopra la norma, negli apiari dei soci.
In questo periodo della stagione è opportuno valutare l’infestazione della varroa attraverso un monitoraggio attento e comprovato che ci permetterà di organizzare nel modo migliore la gestione dei nostri apiari. Sapendo qual è il carico di varroa dei propri apiari si può così stimare il momento più idoneo per effettuare il trattamento antivarroa.
Potremo quindi valutare se un apiario potrà rimanere in produzione fino alle melate estive oppure dovrà essere trattato prima, scegliendo di conseguenza e in maniera razionale da quali apiari cominciare i trattamenti. E’ ripartito anche quest’anno il monitoraggio dell’infestazione della varroa in collaborazione col CRT – Centro tecnico di riferimento per l’apicoltura-Patologie apistiche attraverso l’impiego dello zucchero a velo (ZAV) e del dispositivo “varroa easy check”.
I tecnici Arpat stanno iniziando ad effettuare i primi monitoraggi attraverso il metodo dello ZAV (link) e si osserva già una infestazione degli apiari molto vicina al 2% (2 varroe rilevate ogni 100 api), soglia oltre la quale è possibile iniziare a riscontrare i primi danni alle famiglie ed è quindi opportuno procedere con i trattamenti quanto prima.
Nelle esperienze degli ultimi anni delle nostre prove di campo negli apiari monitorati si osserva ormai da anni la presenza di alcune famiglie con livelli di infestazione molto più elevati rispetto alla media dello stesso apiario. Pur trattandosi di una o due famiglie per apiario, se non vengono prontamente individuate e gestite possono creare problemi di aumento di infestazione alle casse vicine per deriva. Nel peggiore dei casi il carico di varroa di queste famiglie può portarle al collasso, ed ad essere soggette a fenomeni di saccheggio, provocando un aumento della varroa nelle famiglie saccheggiatrici. Considerate le infestazioni ad oggi osservate non sembra impossibile che queste famiglie siano già in procinto di collasso.
Non siamo sicuramente in una annata dove i raccolti sono stati abbondanti ma, soprattutto in pianura e zone pedecollinari le famiglie hanno potuto comunque fare molti cicli di covata e ad oggi non mancano colonie con covata estesa su 9 favi. Con famiglie discretamente vigorose, questo abbondante sviluppo può mascherare in parte i sintomi da varroasi. Infatti può non essere evidente la presenza di molte api con varroa né api con ali deformi (virosi associata ad un alto carico di varroa). In questo frangente le colonie infestate, seppur senza manifestare i sintomi sopra citati cominciano a rallentare nello sviluppo rispetto alla media dell’apiario e ad avere covata poco compatta. Andando a monitorare queste famiglie che non manifestano sintomi così evidenti, si registrano però già valori di infestazione superiori al 5%.
Con queste premesse le maggiori criticità potranno riscontrarsi negli areali dove, a causa delle giornate di maltempo, ne è derivato una consistente riduzione di covata. Tale scenario potrebbe causare un incremento anche molto importante della percentuale di carico di varroa su una minor superficie di covata. In queste circostanze si avranno famiglie con api che dovranno raccogliere e reintegrare le scorte nel nido che, in molte zone sono molto scarse, e che verranno sostituite da api provenienti da un ciclo di covata ridotto e con carico di varroa potenzialmente accresciuto anche di due o più volte.
Anche se effettuare il test di monitoraggio in periodi di riduzione della covata può far falsare i dati di infestazione rispetto allo standard, i danni che avremo alle api nel ciclo di covata successivo purtroppo saranno più che coerenti con il numero di varroe rilevato.
Si ritiene dunque molto importante provvedere a valutare l’infestazione della varroa entro le prossime 2 settimane. In questo periodo sono già individuabili gli apiari che non potranno arrivare ai raccolti estivi o tardo estivi.
Si raccomanda quindi di non effettuare i trattamenti oltre la al fioritura del castagno senza preventive valutazioni che potrebbero farvi evitare brutte sorprese a voi e ai vicini. Per chiunque volesse collaborare al monitoraggio organizzato dal CRT ecco il riferimento per la registrazione e l’inserimento dei dati ( http://crt-pau.it/).
Anche coloro che non riescono a registrarsi, ma desiderano comunque partecipare al monitoraggio, possono contattarci per mail info@arpat.info, inviandoci i dati che provvederemo noi ad inserire. Chi avesse apiari con numero inferiore agli 8 alveari, numero minimo obbligatorio per la registrazione al monitoraggio del CRT, e vuole comunque comunicare i propri dati di infestazione ad Arpat, può inviarceli indicando la localizzazione generica dell’apiario con la precisazione almeno del comune dove è sito l’apiario.