Meteo
La stagione autunnale sta proseguendo sulla falsa riga della precedente con temperature nettamente sopra media e precipitazioni limitate. Le temperature attuali, molto più simili al mese di giugno, sembrano destinate a perdurare fino alla fine del mese senza particolari sorprese.
Si registrano solo alcune precipitazioni nella prima decade del mese che, seppur brevi, hanno alterato la stabilità climatica ed hanno giovato non poco alla vegetazione in stress idrico da molti mesi.

Situazione fioriture
Le fioriture autunnali non sono quindi mancate: edera, inula e nepitella su tutte ma anche molte altre specie erbacee che, dopo l’aridità estiva, hanno ritrovato nuova spinta dopo piogge e temperature più miti. Purtroppo non tutte le aree toscane hanno beneficiato di tale scenario favorevole: nelle zone di medio alta collina su versanti caldi le piante con fioritura autunnale, con caratteristica fioritura anticipata rispetto a quelle in bassa quota, avevano uno sviluppo dei germogli floreali già avanzato al momento delle piogge e pertanto non hanno potuto sfruttare appieno le precipitazioni. In alcune zone costiere è piovuto talmente poco che anche le precipitazioni autunnali non sono bastate a rinvigorire le piante da nettare.
Ad eccezione di tali areali la disponibilità di nettare e polline è stata discreta, inferiore alle medie delle ultime stagioni, ma comunque prolungata nel tempo.

Situazione delle colonie

Le famiglie di api hanno potuto sfruttare un flusso di nutrienti costante che nell’areale fiorentino si è prolungato per circa un mese dalla seconda metà di settembre. Nonostante le temperature elevate la disponibilità nettarifera non è stata tale da far “tirare la cera” per produrre nuovi favi. La pratica di collocare fogli cerei durante la fioritura dell’edera è da anni usata da molte aziende per far “sfogare le api” e produrre telaini di scorte di edera che, data la sua tendenza a cristallizzare, risulta di difficile produzione ed estrazione.

Nonostante un flusso di nettare non esplosivo il perdurare dell’importazione ha tuttavia permesso a molte colonie di intasare i nidi di miele cristallizzato lasciando alle regine uno spazio esiguo per covare.

Una famiglia sana non ha particolari problemi ad affrontare tali condizioni di abbondanza; pian piano libera lo spazio occupato dal miele nei telaini centrali e estende la superficie di covata finché le temperature rimangono miti. Discorso diverso per una colonia con un alto livello di infestazione da varroa o numericamente esigua: in questi casi la colonia scenderà ulteriormente di numero e potrebbe raggiungere un numero di individui insufficiente per passare l’inverno.

Operazioni in apiario

Ci sono aziende che hanno prodotto miele di edera fino alla prima metà di ottobre ma in numero minore rispetto agli scorsi anni.  Ricordiamo che il miele di edera cristallizza rapidamente e per essere centrifugato deve essere estratto umido e spesso con umidità superiore al 20%. In questo caso, per poter vendere il prodotto come miele, deve essere velocemente deumidificato con macchinari appositi.

Ad eccezione delle zone costiere l’importazione di nettare è ormai conclusa e, agevolato dalle alte temperature, è ricominciato il saccheggio all’interno degli apiari. In tale contesto si sconsigliano le operazioni di pulizia dei melari e di lavorare in apiario con la massima attenzione.

Nonostante il clima affermi il contrario ci stiamo avvicinando alla stagione fredda e pertanto le visite in apiario devono essere mirate ad assicurarsi che le colonie abbiano scorte ed un numero di individui o di covata tale da raggiungere dimensioni adatte a svernare.

Riunire le famiglie orfane o deboli se non hanno problemi sanitari, nutrire e stringere le famiglie col diaframma rientrano tra le operazioni più comuni del periodo.

Non mancano infatti colonie uscite in numero esiguo dall’estate e che non hanno potuto approfittare del nettare autunnale, in questo caso occorre valutate attentamente le loro reali possibilità di superare l’inverno.

Ottobre è anche l’ultima finestra utile per monitorare il livello di infestazione di varroa e intervenire con trattamenti tampone qualora i trattamenti estivi contro la varroa non si siano rilevati efficienti. Scoprire adesso il cattivo andamento dei trattamenti estivi è un passo fondamentale per capire quali possano essere stati gli errori compiuti senza arrivare alla prossima stagione con delle perdite di cui non potremo risalire alla causa.

 Conclusione

Lo stato delle colonie in vista dell’inverno presenta generalmente un discreto quantitativo di scorte con grande prevalenza di edera ed un numero di api sotto la media del periodo. Il clima mite potrebbe permettere anche alle colonie più esigue e/o colpite da varroa di accrescere in numero ma ciò andrebbe sensibilmente ad inficiare le scorte accumulate ed è quindi importante non abbassare la guardia.