Stiamo andando incontro alla stagione fredda con cali termici repentini e precipitazioni anche di carattere temporalesco.
La fioritura di specie autunnali, in particolare edera e inula è ancora in corso in pianura e bassa collina anche se l’arrivo di condizioni meteo non ottimali ne hanno arrestato la raccolta.
L’importazione di edera tuttavia non è stata omogenea, si hanno areali in cui questo nettare ha letteralmente intasato i nidi e zone in cui, sebbene la massiccia presenza della pianta, non hanno fornito quanto sperato.
La ragione di questa importazione disomogenea è da ricondursi principalmente a fenomeni di carattere siccitoso che non hanno permesso all’edera ed alle altre specie vegetali di accrescersi ed arrivare in fioritura in autunno.
Nel complesso tuttavia le temperature miti di settembre hanno permesso una costante importazione anche nelle aree che più di altre hanno risentito di fenomeni siccitosi, non si tratta di quantitativi sufficienti per l’invernamento ma sono stati essenziali per stimolare la covata in vista della stagione fredda.
Non sono state molte le aziende che si sono cimentate nella produzione di mieli autunnali, caratterizzati dalla presenza di nettare di edera che cristallizza nei melari rendendo quindi difficile l’estrazione del miele dai favi. Gli apicoltori che però hanno messo i melari in postazioni favorevoli hanno potuto smielare, indicativamente dalla seconda metà del mese di settembre, buoni quantitativi di miele.
Situazione delle famiglie
Sebbene, come detto, le colonie abbiano potuto sfruttare un autunno fino ad oggi caratterizzato da temperature sopra media con una importazione nel complesso costante non si hanno attualmente famiglie con un elevato numero di operaie. L’avvento dell’edera ha si favorito lo sviluppo delle colonie ma non sono mancati casi di intasamento dei nidi dovuto all’intensa importazione di nettare che è stato stoccato anche nei telaini centrali destinati alla covata.
La situazione resta quanto mai eterogenea e i lavori in apiario del momento sono mirati a stringere o riunire le colonie se troppo piccole per passare l’inverno e nutrire quelle con un esiguo numero di scorte.
E’ possibile che i prossimi giorni di basse temperature riducano ulteriormente la deposizione delle regine, ciò può favorire una diminuzione della superficie di covata tale da permettere una situazione di blocco o un facile prelievo dei pochi telaini con covata rimasti in modo da permettere gocciolato in assenza di covata.
Chiaramente può essere una buona soluzione approfittare di questa possibile finestra favorevole ma un trattamento invernale così precoce impone a causa di fenomeni di rinfestazione, un intervento tardivo a fine inverno, magari uno o più cicli di sublimato (da evitare una nuova dose di apibioxal gocciolato).