In questa prima parte del mese di marzo stiamo assistendo all’alternanza di frequenti ingressi di aria fredda e giornate più miti. Questa irregolarità sta portando piogge associate anche, brevi grandinate e neve in montagna fino a 1000 metri che subito tende a sciogliersi durante i pomeriggi più assolati.
Ci troviamo in una situazione tipicamente più invernale ma che è assolutamente normale in questa fase di passaggio stagionale tra inverno e primavera. Il problema è che ormai siamo abituati a inverni che hanno poco a che vedere con la stagione fredda, solo adesso stiamo finalmente assistendo a un inizio di primavera relativamente normale dal punto di vista termico.
Di positivo registriamo la pioggia e la neve in montagna che sono più che mai fondamentali per accumulare risorse idriche in vista del caldo estivo che sicuramente arriverà.
Non ci resta quindi che attendere la fine di questa fase dinamica di transizione tra inverno e primavera dove sole e pioggia si alterneranno più volte nel corso dei prossimi giorni…E dopo? Sperando che non si verifichino le temute gelate tardive, quando le medie termiche si alzeranno anche la notte, la stagione apistica entrerà ufficialmente nel vivo.
Situazione fioriture
L’alternanza pioggia/sole sta favorendo il rinnovo vegetazionale con fioriture imponenti; in fiore le piante appartenenti al genere Prunus, la borragine, i salici e molte specie di prato. Ciò comporta, se il meteo consente alla api di volare, una buona importazione di nettare e soprattutto di polline, necessario per stimolare la deposizione di uova da parte delle regine.
L’erica partita sulla costa ha potuto beneficiare delle precipitazioni di fine inverno mentre è ancora indietro il ciliegio.
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Situazione delle famiglie
Questo marzo “ballerino” risulta piuttosto simile a quanto successo un anno fa con la differenza, per fortuna, di più millimetri di pioggia caduti. Queste alternanze di caldo/freddo e pioggia/sole rappresentano un problema per le colonie solo se in autunno non sono state in grado di formare un numero di individui e una quantità di scorte adeguata ad affrontare un inverno lungo.
Si sta incrementando il divario tra apiari di costa e montagna: i primi hanno una covata molto estesa con i primi fuchi ormai nati, mentre per le famiglie in medio alta collina siamo ancora 3-4 telaini di covata con un inizio di covata a fuco nelle stazioni più calde.
Commento
Nel mese di marzo gli scenari climatici possono cambiare drasticamente in pochi giorni ed è pertanto importante controllare che le api siano in grado di gestire al meglio spazi e scorte.
Non vi è ancora il rischio di sciamatura anche se nel grossetano, lungo la costa e sulle isole si hanno segnalazioni di famiglie già abbondantemente da melario e con la stagione della sciamatura ormai prossima.
Nelle altre zone più indietro ci possiamo ancora permettere di tenere le api più strette per garantire una covata più calda senza avere il rischio di sciamature.
Al momento i lavori in apiario in zone di medio alta colline, sono quindi gli stessi della seconda metà di febbraio dove si cerca di stringere le colonie per mantenere la nuova covata al caldo, gestire le orfanità riunendo e nutrire con soluzione solida negli areali dove la stagione non è ancora partita. Negli areali dove le colonie sono più avanti e le minime sono più miti si può procedere a bilanciare le colonie, nutrire con cautela anche con soluzione liquida e prepararsi all’allevamento delle regine ad alla gestione della sciamatura.