Purtroppo anche in questi primi mesi dell’anno, come nella scorsa stagione, registriamo raccolti scarsi o addirittura nulli, al punto di portare le colonie ad un ritardo o ad una riduzione dello sviluppo demografico. Nei casi più gravi, nelle colonie partite in ritardo o deboli dall’invernamento, abbiamo rilevato patologie che sono state avvantaggiate proprio da tali condizioni e, in casi estremi, morte per fame.

La mancanza di raccolto riscontrata in molte zone anche in questa primavera 2024 ha infatti nuovamente portato le colonie a dover sopportare condizioni di stress importanti in un momento stagionale in cui avrebbero dovuto svilupparsi, accrescersi e cominciare a riprodursi con la sciamatura, per poi passare infine all’accumulo di miele.
Un adeguato apporto alimentare, come per tutti gli organismi, è fondamentale per accrescersi, quanto più la disponibilità di risorse trofiche cala tanto più si arresta la crescita inficiando il mantenimento di un buono stato di salute oppure, nel peggiore dei casi, si giunge alla morte dell’individuo.

Dove le interruzioni di raccolto sono state frequenti anche le colonie già ben sviluppate e con adeguate scorte hanno avuto un rallentamento della deposizione della covata che in alcune zone è arrivata a una quasi interruzione totale.
Le uova delle api per i primi tre giorni non hanno necessità di essere alimentate ma dal quarto al nono giorno le larve richiedono sempre più alimento per un corretto sviluppo dimensionale e funzionale. Larve alimentate con deficit nutrizionali entro certi limiti danno origine ad api leggermente più piccole ma nei casi più gravi, in presenza di risorse limitate, le operaie che allevano la covata dovranno decidere se sottoalimentare tulle le larve o scegliere chi mangerà e chi no.

Questi meccanismi di risposta sono complessi e articolati ma risulta ben chiaro che nel momento in cui la covata non venga alimentata adeguatamente cominceranno a presentarsi dei problemi. 

Le api potrebbero quindi non ricevere abbastanza nutrimento per uno sviluppo completo e potranno soccombere, in altri casi subiranno cali di nutrizione che non ne impediranno il completo sviluppo ma, in condizioni di carenze di amminoacidi o semplicemente di zuccheri, diverranno più suscettibili alle patologie.

Oltre all’alimentazione anche le basse temperature e l’umidità influiscono negativamente sulle api esponendole maggiormente alle patologie. Le principali patologie che si verificano in questi casi sono di natura fungina: covata calcificata Ascosphaera apis e Nosema apis ormai rarissimo sul territorio nazionale soppiantato da Nosema ceranae.

Le condizioni predisponenti per la covata calcificata, malattia tipicamente primaverile, sono le stesse anche per la nosemiasi:
• temperature tra 22 e 30 °C, vale a dire larve poco riscaldate, rappresentano il suo habitat ideale.
• mancanza di miele nei nidi che funge da ottimo coibentante e volano termico permettendo alle colonie di tenere più facilmente sotto controllo i parametri ambientali interni dell’alveare al contrario la sua mancanza rende ancora più costoso metabolicamente la termoregolazione del nido.

La suscettibilità maggiore delle larve si ha quando vengono raffreddate immediatamente dopo l’opercolatura. Il raffreddamento può consistere in un lieve abbassamento della temperatura anche solo per poche ore, dai 34°C normalmente presenti nella covata.
Le larve più soggette a raffreddamento sono ovviamente quelle più periferiche rispetto alla rosa di covata e pertanto i nuclei e le colonie deboli risultano più a rischio.
Raramente l’esito della patologia porta a morte le colonie colpite ma le indebolisce
riducendone la produttività ed esponendole ad altre patologie, come ad esempio la peste europea.

Nosema
L’infezione da nosema è favorita tendenzialmente da primavere fredde e piovose, quando le api sono soggette a stress nutrizionali non riuscendo con continuità a reperire nettare e polline. Il clima piovoso fa aumentare ulteriormente le probabilità di contagio tra le api della colonia poiché le costringe a stretto contatto per tempi prolungati all’interno dell’arnia.
Il Nosema apis si manifesta con fenomeni diarroici anche importanti che portano ad un indebolimento progressivo della colonia, mentre ceranaea si manifesta in maniera non immediatamente evidente con una riduzione della longevità e aumento della mortalità delle operaie che avviene lontano dall’arnia.

Le patologie virali
In periodi “difficili” la deposizione può rallentare fino ad arrestarsi con la conseguenza di avere meno covata e di conseguenza un incremento percentuale di varroe/celle di covata allevate. Le api che nasceranno in tali circostanze potrebbero presentare una maggiore incidenza di patologie virali trasmesse dalla varroa con conseguenti ulteriori rallentamenti dello sviluppo della colonia e indebolimenti. Questa situazione potrebbe risultare estremamente grave soprattutto in casi in cui i trattamenti invernali avessero avuto una scarsa efficacia presentando già nella colonia un carico di varroa e di virus già elevati.

Proprio durante questi momenti negativi è possibile riscontrare differenze anche importanti tra colonie dello stesso apiario, tali disomogeneità permettono di selezionare le colonie che si mostreranno migliori nel fronteggiare questi momenti avversi e fare di necessità virtù.

Giovanni Cecchi