Dopo un preoccupante inizio di gennaio, dove l’innalzamento termico faceva presagire una ripresa vegetativa ampiamente anticipata, la neve ha finalmente imbiancato i rilievi toscani sopra i 400 metri.
Oltre alla neve, nella seconda metà di gennaio grazie al vento di grecale, abbiamo avuto un calo termico che ha riportato la colonnina di mercurio a temperature più in linea con la stagione.
Conclusa la fase di maltempo febbraio è iniziato con qualche nuvola e temperature ancora invernali ma con minime contenute. Dalla seconda settimana di febbraio stiamo osservando un progressivo crollo termico con aria secca e fredda proveniente dai quadranti più orientali e minime molto basse se confrontate con i valori degli ultimi inverni.
In tale scenario, anche le piante continueranno la fase di dormienza anche se già stavamo osservando a gennaio alcune fioriture anticipate su costa, città e isole; meno in collina dove il grecale aveva fermato in partenza l’avanzare di molte specie vegetali.
Questo raffreddamento non è assolutamente detto che sia un male, qualora anche danneggi piante già in vegetazione, poiché rallenterà o interromperà lo sviluppo anticipato riscontrata fino ad oggi.
Per colonie sane questo meteo non rappresenta al momento un problema. Con un invernamento corretto infatti le colonie hanno modo di contrastare il freddo attraverso la gestione di spazio e scorte nel nido. Per le famiglie deboli, senza nutrimento, invernate in maniera non idonea o debilitate dalla vorroa è possibile che questi ultimi giorni di inverno siano fatali. Sebbene dispiaccia per la perdita delle colonie ciò non è detto sia sempre un male: l’inverno compie una selezione naturale e non permette a colonie malate, con alti livelli di varroa di arrivare a primavera.
Un inverno mite, al contrario, agevola lo svernamento di colonie debilitate che andranno a compromettere la salute anche degli alveari vicini e faranno impiegare all’apicoltore spesso inutili ore di lavoro per il loro improbabile recupero.
L’inverno in definitiva funge da buon insegnante per l’apicoltore, rendendo infatti evidenti errori commessi nella gestione degli alveari nella preparazione all’invernamento.
I lavori in apiario per il mese di febbraio sono quindi ancora limitati ai pochi giorni con temperature sopra i 10 gradi e anche in questi casi è opportuno disturbare le api il meno possibile.
• Trattamenti: ora è tardi! per i trattamenti invernali. Data la ancora non abbondante presenza di covata, che era ripresa a gennaio ma che ora potrebbe andare incontro ad un nuovo arresto, si potrebbero presentare le condizioni ideali per un intervento in blocco di covata. Momento da sfruttare sicuramente per chi nutra dubbi sull’efficacia dei trattamenti effettuati in inverno o per chi voglia sfruttare il momento per ridurre al minimo l’infestazione per entrare nell’annata produttiva più leggero (di varroa) possibile. Probabilmente questo per molti potrebbe essere l’ultima finestra disponibile.
• Scorte: ad oggi non si hanno segnalazioni di situazioni di consumi anomali eccessivi. Sebbene le colonie fino ad oggi abbiano avuto consumi modesti la ripresa della covata comporterà un rapido decremento delle scorte. Per queste ragioni si consiglia di essere pronti per somministrazioni con nutrizione solida (es. candito). La zona costiera e grossetana sicuramente in molte zone si trova a meno di 40 giorni dal primo raccolto e dove è importante sostenere uno sviluppo della covata (le bottinatrici che lavoreranno sono le api deposte in questi primi giorni di febbraio). All’opposto si trova la zona collinare e appenninica che può attendere il momento in cui sarà da sostenere o stimolare la ripartenza per arrivare sui raccolti con il giusto numero di api.
• Stringere le colonie: la nuova covata può essere esposta a cali termici notturni in grado di comprometterne lo sviluppo. Per tale ragione può essere una buona soluzione stringere ulteriormente la colonia con uno o più diaframmi per facilitare al glomere la tenuta di una temperatura idonea allo sviluppo della covata.
• Magazzino: le ultime settimane per mettere tutto in ordine… è necessario premunirsi di materiale per affrontare la nuova stagione perché durante la primavera i tempi per molte operazioni fuori dall’apiario saranno limitati. Vi ricordiamo la fiera di Apimell a Piacenza dove potrete reperire attrezzatura di campo e laboratorio.