In seguito alle richieste dei propri soci Arpat, lo scorso 21 giugno, ha organizzato un seminario sulla didattica per l’azienda apistica curato da Livilla Maggi tecnica dell’Associazione Apilombardia.
Trasmettere e raccontare la propria professione attraverso iniziative di condivisione, come appunto la didattica, può di fatto rappresentare una risorsa per valorizzare i propri prodotti, aumentare il bacino dei clienti e, non ultimo, avere un reddito diretto da tali iniziative.
Lo scopo del corso è stato in primo luogo sottolineare che per proporre l’attività di didattica in apicoltura sia importantissima la formazione, con la consapevolezza che si tratta di un lavoro ben diverso dalla professione di apicoltore e che prende tempo ed energie in momenti dell’anno in cui è necessaria la massima concentrazione anche sulle api.
Livilla Maggi ci ha illustrato inoltre alcune sue esperienze dirette attraverso esempi di attività con cui coinvolgere il visitatore attraverso le api e il più semplice impiego di pannelli e materiale informativo.
A prescindere dalla struttura che vorrete dare alla vostra attività il primo passo da intraprendere consiste nell’autoformazione: per allevare le api abbiamo speso ore per leggere libri, partecipare a corsi e seminari e abbiamo seguito il lavoro dei più esperti… la didattica non fa eccezione, si deve quindi seguire lo stesso scrupoloso percorso formativo.
Solo quando avremo delineato l’attività e ci sentiremo in grado di trasmetterla potremo concentrarci sulla sua organizzazione considerando molti fattori dei quali ve ne citiamo alcuni:
- il gruppo di persone a cui voglio destinare l’attività (bambini, adulti, turisti, misto…ecc);
- che informazioni intendo fornire e cosa ritengo che desiderino i visitatori;
- se possibile confronto con i visitatori prima (nel caso si intraprenda un percorso con le scuole, ad esempio, è fondamentale parlare con gli insegnanti per definire come svolgere la visita);
- se i mezzi (anche pullman) possono arrivare nel luogo adibito all’evento;
- organizzare il materiale con cui si intende interagire (miele, api, arnie, poster informativi…)
- prevedere possibili incidenti ed essere attrezzati per un primo soccorso e, se si intende portare i visitatori sulle api, eventualmente far firmare un documento di scarico di responsabilità.
Attraverso il materiale didattico e le attività pratiche si creerà l’esperienza e se saremo bravi nel comunicare la nostra passione sicuramente avremo un riscontro positivo, persone informate sull’importanza delle api e…nuovi clienti.
Il seminario è stato in fine arricchito dall’interessante intervento di Marina Vannini, apicoltrice associata e tecnica Arpat.
L’azienda di Marina, divisa tra i terreni a Prato e i locali per la smielatura vicino Vernio, produce principalmente miele e da quest’anno, grazie anche al suo titolo di studio e all’esperienza maturata portando le api nelle scuole con Arpat, ha incluso la didattica tra le attività aziendali.
“Le difficolta maggiori per iniziare” ha affermato Marina “risiedono principalmente nella burocrazia e nel trovare personale preparato per normare l’attività. Arpat e le altre associazioni di categoria hanno aiutato ma mettere a regime gli spazi, i bagni e ottenere l’idoneità delle strutture già in essere si è rilevato un procedimento lungo e tortuoso. Io e, soprattutto il mio geometra, abbiamo dovuto studiare a fondo la normativa per non incappare in spiacevoli soprese una volta avviata l’attività”.
“Prima di iniziare a portare i visitatori in campo, ho fatto pratica con amici, colleghi e conoscenti per avere un primo feedback su come era strutturata la mia visita che ha circa una durata di un’ora e venti. Uso l’arnia didattica con cui mi sento più tranquilla e faccio vedere gli alveari a distanza di sicurezza”.
“Al momento mi baso sul passaparola e tengo un prezzo basso per le visite per garantire più visitatori e invogliarli nell’acquisto del miele, ma i prossimi passi consisteranno nell’ampliare l’attività alle scuole e nel rendere agibili per le attività anche i locale di smielatura”.
Fare didattica è un lavoro diverso rispetto all’attività apistica ma è indubbio che a noi apicoltori piace raccontare e trasemttere la passione per quello che facciamo e, indubbiamente, non ci scoraggiamo alle prime difficoltà.
Michele Valleri