Meteo
A metà febbraio abbiamo assistito ad un vero e proprio clima primaverile con punte di 23/24 gradi tipiche dei mesi di aprile/maggio. Ad Arezzo e Siena, ad esempio, è stato battuto il record di temperature massime per il mese di febbraio.In seguito a questo repentino innalzamento termico abbiamo assistito ad un graduale calo delle temperature che ha avvicinato le medie al periodo pur mantenendo un clima mite nelle ore diurne.
Situazione delle colonie
il caldo di febbraio ha fatto “partire” le colonie dalle isole fino alla media collina. Al momento si nota una diffusa presenza di fuchi su isole e costa e non mancano i primi maschi nati anche in bassa collina. La covata è ormai estesa anche se ovviamente, in linea col periodo, è facile trovare famiglie molto disomogenee anche nel medesimo apiario. L’importazione, dato le numerose fioriture, non manca ma il bilancio tra nettare importato e miele consumato non è sempre in positivo. Ciò è ovviamente dovuto all’elevato consumo di miele legato all’aumento della deposizione ed alle basse temperature notturne che favoriscono un maggior consumo di scorte.
Si iniziano già a trovare i primi sciami in Maremma, nel senese e nel livornese mentre in collina iniziano i primi cupolini, sintomo di una febbre sciamatoria alle porte, è tuttavia probabile che il freddo previsto nel weekeend inibisca temporaneamente l’impulso sciamatorio.
Commento
Marzo è sempre un mese altamente delicato per le famiglie di api, soprattutto in questi ultimi anni dove le colonie iniziano a deporre sempre prima e le gelate tardive sono sempre più frequenti. Pertanto almeno nella prima metà del mese di marzo, è bene non farsi prendere la mano con operazioni mirate all’allargamento del nido o all’inarniamento degli sciami, il rischio è che situazioni di meteo avverso possano creare squilibri e interruzioni nello sviluppo della cavata tali da compromettere i raccolti imminenti. Il freddo dei prossimi giorni, se intenso, potrebbe danneggiare importanti fioriture primaverili come acacia ed erica e compromettere le colonie che hanno una estesa superficie di covata rispetto a scorte ed api. Occorre quindi verificare che le api passino questi giorni di maltempo con scorte a sufficienza e, col ritorno di temperature miti prepararsi alla gestione della sciamatura e (speriamo) ai primi raccolti.