Se avessimo avuto le piogge di giugno e i ritorni di freddo di aprile a marzo forse oggi staremo parlando di una stagione eccezionale. Purtroppo siamo sempre più costretti ad osservare fenomeni meteorologici insoliti per i mesi in cui si verificano e ciò ha un impatto negativo sul nostro comparto.
Il mese di giugno è stato tuttavia caratterizzato da un clima primaverile con precipitazioni frequenti di carattere intermittente e temperature notturne sotto media.
Ironia della sorte le temperature si sono innalzate rimanendo costanti dal 20 di giugno, primo giorno di estate del calendario.
Situazione senza dubbio migliore rispetto al 2019 dove, dopo un maggio decisamente freddo, la colonnina di mercurio è balzata repentinamente a 40 gradi.
L’alternanza di pioggia e beltempo in questo 2020 ha favorito le numerose fioriture di giugno ma non ha aiutato le api a bottinare. Molte fioriture si sono susseguite senza che gli alveari potessero sfruttarli appieno e altre non hanno reso nettare quanto sperato. Molte altre fioriture, rallentate dal freddo notturno, sono sbocciate con l’innalzamento delle temperature e ciò ha di fatto annullato molti monoflora favorendo la produzione di millefiori.
Tiglio: dopo l’annata disastrosa del 2019 c’erano tutte le condizioni di produrre miele di tiglio in gran quantità come era avvenuto nel 2018. Piogge continue prima della fioritura e temperature massime non estive sono i due presupposti per raccogliere tiglio nelle città toscane. Gli apicoltori che si aspettavano candido miele dal gusto balsamico, caratteristiche queste distintive del tiglio, hanno invece smielato un millefiori scuro composto principalmente da melata, ailanto e tiglio. E’ probabile che i fiori di tiglio non abbiano fornito abbastanza nettare da “convincere” le api a concentrarsi solo su questa fioritura, ciò può essere spiegato da un cattivo stato fitosanitario delle piante. A conferma di questa ipotesi molti apicoltori hanno segnalato la presenza di melate sulle foglie del tiglio in concomitanza con la fioritura è quindi possibile che le piante sotto stress da parassiti non abbiano prodotto nettare.
Nei paesi del Chianti e nel Valdarno i tigli erano meno parassitati e le api hanno raccolto un pò di nettare tuttavia, dato una minor concentrazione di queste piante rispetto alla città e la presenza di molte altre fioriture, le api hanno raccolto millefiori.
Il tiglio quindi non è stato prodotto ed è stato sostituito da un millefiori le cui rese variano tra i 10 e i 20 kg, valori non eccezionali ma sicuramente non da “buttare” alla luce di una stagione partita non con le migliori prospettive.
Castagno: la minor presenza di cinipide, le precipitazioni prolungate e le temperature massime non eccessive hanno favorito la produzione di questo caratteristico monoflora. Il raccolto sta per concludersi sopra i 700 metri ed è quindi ancora presto per fare delle stime produttive ma è indubbio che il nettare di castagno sia entrato anche in apiari in bassa quota che normalmente non lo producono. Chi raccoglie polline di castagno stima una produzione doppia rispetto al 2019 mentre pare che la produzione di miele sia superiore al melario. Le rese sembrano al momento discrete ma molto eterogenee: gli apiari con nidi poveri di scorte, ad esempio, a causa della prima parte di giugno non favorevole non sono saliti subito a melario. Al contrario, apiari che avevano già portato a melario nettare di rovo, trifoglio e melata rischiano di “sporcare” il monoflora di castagno.
Anche il castagno in quota pare macchiato dalla melata.
Girasole: per questo monoflora si presenta il solito problema che ci accompagna da alcuni anni; vengono sempre più impiegate cultivar poco nettarifere. Per questa ragione molti apicoltori hanno iniziato a puntare su altri nettari scegliendo postazioni in quota, sono quindi sempre meno le aziende che si cimentano nella raccolta di questo monoflora. Pare però che quest’anno gli apicoltori abili (o fortunati) nel trovare campi con cultivar di girasole nettarifere stiano al momento raccogliendo, è comunque presto per stimare una resa.
Melata: la melata pare stia partendo in Appennino ed è sicuramente bottinata da almeno un mese con flussi intermittenti e distribuzione sul territorio variabile. Non ha dato ancora produzioni significative ma è presente in maniera importante nei melari di millefiori che risulteranno scuri.
Millefiori estivo: si è fatto attendere fino alla seconda metà di giugno poi il millefiori è tornato nei melari grazie principalmente a fiori di campo (trifoglio, rovo, capraggine, meliloto) e in alcuni casi a monoflora mancati (castagno, tiglio, melata). Difficile stimare una resa poiché nel caso sia alta è dovuta a monoflora non puri che di fatto verranno etichettati come millefiori. Tendenzialmente è stato raccolto millefiori scuro negli areali di medio alta collina. Purtroppo le scarse precipitazioni registrate negli areali costieri, di bassa collina, nel senese e nel grossetano hanno debilitato le api con conseguente crollo delle importazioni.
Stato sanitario
Dalle informazioni pervenute dai soci, confermate anche dal monitoraggio del livello di infestazione da varroa Crt-Unaapi su scala nazionale, emerge una medio-alta presenza di varroa negli apiari, ben visibile purtroppo già ad inizio primavera. In generale, se pur non mancano apiari con infestazioni basse, non sono pochi gli alveari già compromessi da carichi di varroa già superiori al 5% (5 varroe ogni 100 api). Data la situazione molto eterogenea si consiglia/richiede a tutti di prestare attenzione nei propri apiari ed individuare eventuali situazioni critiche di famiglie compromesse in modo da contenere i possibili danni da reinfestazione e saccheggio causati dal collasso di queste famiglie. Tale scenario ha fatto desistere molte aziende nel cimentarsi a portare le famiglie su raccolti tardo estivi e già molti apicoltori stanno ingabbiando le regine per trattare entro il 10 agosto.