report fine maggio 2020Acacia
Si è fatta attendere ma la fioritura di robinia in collina e in quota ha finalmente prodotto nettare.
Siamo ben lontani da produzioni considerevoli ma, in seguito ad un inizio stagione altamente negativo con siccità e ritorni di freddo, tornare a vedere del miele di acacia nei melari ha fatto tornare il sorriso a molti apicoltori.

A causa delle avversità meteorologiche che hanno ritardato (o annullato) parte del raccolto non è facile stimare delle medie produttive, sicuramente, sempre a causa delle gelate di inizio aprile, la produzione di acacia in pianura è stata pressoché nulla.

In bassa-media collina i fiori di robinia sono caduti da giorni e gli apicoltori stanno al momento smielando. E’ presto per calcolare la media produttiva di queste zone ma le perdite si stimano più del 50% proprio a causa di parte della fioritura che è venuta a mancare. In questo scenario gli areali collinari misti, caratterizzati da fondovalle freddi dove le piante non avevano ancora formato le gemme in occasione delle gelate, hanno prodotto qualcosa in più e si stimano rese superiori al melario. In ogni caso in collina la fioritura è stata molto frammentata con alberi che hanno germinato in modo eterogeneo e giornate di pioggia e vento che si sono susseguiti interrompendo la raccolta d’acacia in favore di flussi provenienti da altre essenze: trifogli, meliloto, sulla spontanea, ligustro, cotognastro, cicerchia ecc.

Coloro che hanno raccolto in queste zone dovranno fare particolare attenzione durante le fasi di smielatura nel selezionare i telaini non macchiati dal millefiori per riuscire a produrre monoflora di acacia.

Grazie alla nostra rete di apicoltori nel territorio possiamo comunicare una prima stima produttiva dell’acacia nelle zone vocate che, sebbene ribadiamo sia prematura (in molti stanno smielando e non sono ancora in grado di stimare le rese), può fornirci una tendenza su quanto raccolto al momento in Toscana.
Areali urbani e in pianura: il miele di acacia non è stato prodotto e nel migliore dei casi è stato raccolto millefiori che si è mescloato al poco nettare di acacia proveniente da boccioli secondari sbocciati in ritardo.
In Casentino al momento le rese produttive di acacia sono sul melario scarso.
Valdarno fiorentino e aretino: raccolto terminato e molto eterogeneo con punte di 20 kg/alveare e zone che non hanno prodotto.
Montagna pratese: si stima al momento un melario di media
Pistoiese: areale vocato alla produzione di miele di acacia ma molto vasto e per questo molto eterogeneo, ci segnalano rese sopra al melario in val di Nievole e raccolti ancora in corso in quota. Nel pesciatino in collina raccolto terminato e rese di poco sopra al melario.
Garfagnana: dalla prime segnalazioni pare che in alcune stazioni si sia prodotto 2 melari, da verificare se si tratta solo di piccole zone isolate .
Lunigiana: rese sotto il melario ma raccolti ancora in corso

Dalle nostre bilance
Interessante il dato produttivo registrato dalla nostre bilance, nelle postazioni di medio bassa collina abbiamo avuto delle vere esplosioni produttive concentrate in pochissimi giorni, tra l’8 e il 11 maggio con incrementi di peso medi di 2kg al giorno, in seguito a lievi precipitazioni e venti prevalentemente dai versanti sud, in quota gli incrementi di peso sono stati più costanti ma tendenzialmente sempre sotto il kg al giorno, sintomo questo di un importazione presente ma modesta.

Altre fioriture
Tiglio: In partenza il tiglio negli aerali urbani e soprattutto l’ailanto che ha già ben sviluppato, se le temperature, come pare, non dovessero alzarsi eccessivamente ci sono tutti i presupposti per avere discrete produzioni.
Sulla: raccolto di sulla in corso, al momento siamo a circa a un melario nel Volterrano e nelle aree vocate del senese mentre va peggio nel pisano e nel livornese, le piogge nella prima parte di maggio hanno interrotto le intense fasi di bottinatura ma non sono state sufficienti a favorire la produzione di nettare nei giorni successivi.
Trifoglio: troppa poca pioggia sulla costa, nel senese e nel grossetano per favorire questa fioritura e quella di marruca, va meglio nella provincia di Firenze e nell’aretino dove le precipitazioni sono state più sostenute e il trifoglio, insieme a molti altri fiori di campo, pare in partenza.

Stato delle famiglie
Aumento della febbre sciamatoria negli areali urbani e livelli di varroa ben sopra la media da quanto segnalato dei primi test dello zucchero a velo nel territorio. Nel caso si osservino livelli di infestazione elevati si suggerisce, in particolare a coloro che intendono posticipare i trattamenti per produrre mieli in estate, di effettuare trattamenti tampone prima dell’intervento estivo.