regina16Meteo e fioriture

Dopo un maggio che per temperature e precipitazioni assomigliava più al mese mi marzo è seguito un giugno con caratteristiche tipiche di un mese estivo: temperature alte, precipitazioni assenti e venti provenienti dai quadranti settentrionali; tutti parametri che abbassano i livelli di umidità relativa riducendo la disponibilità nettarifera offerta dalle piante .

La tendenza del mese pare confermare temperature sopra media e assenza di precipitazioni, ciò fa ovviamente preoccupare in quanto se questo andamento meteorologico, come probabile, si dovesse protrarre nei mesi successivi avremo sicuramnte ulteriori dei danni per tutto il comparto agricolo.

Le temperature sopra la media con massime che nelle città hanno toccato i 40 gradi non hanno favorito l’importazione di nettare nelle aree urbane. I fiori di ailanto e in parte di tiglio sono caduti dopo pochi giorni dalla fioritura.

Grazie alle piogge di maggio le fioriture di fine primavera-inizio estate almeno visivamente sono state abbondanti: trifogli, meliloto, veccia, sulla, cisto hanno coperto molte superfici non boschive dalla costa alla medio collina, i raccolti sono stati invece comunque modesti o scarsi.
Alle quote più alte dopo la fioritura di acacia (che in alcune aree del pistoiese non è neanche riuscita a fiorire) non vi sono state quasi fioriture. Si registra importazione intermittente sul trifoglio che ha permesso almeno uno sviluppo un po più costante delle famiglie limitando le interruzioni di covata.

La disponibilità di nettare di castagno è appena iniziata alle quote più basse da pochi giorni con importazioni intermittenti forse dovute a piante isolate e particolarmente esposte. La presenza di cinipide e il caldo previsto per le prossime settimane non fanno ben sperare in raccolti soddisfacenti.

Situazione delle famiglie
Nel mese di maggio le colonie sono state per periodi intermittenti più impossibilitate a raccogliere nettare sufficiente a permettere un costante sviluppo della covata e un costante ricambio generazinale . Molte famiglie, specie alle quote più alte, sono andate in stress alimentare e dove non sono state nutrite sono morte (in particolare gli sciami dell’anno, ben più poveri di scorte). Dove è invece entrato un pò di nettare (costa e bassa collina) si è innescata una violenta febbre sciamatoria che nel fiorentino si è protratta fino a metà giugno convolgendo anche le regine vergini.

Lo stress subito dalle colonie durante la fioritura dell’acacia (per mancanza di scorte o continua sciamatura) ha fatto saltare più di un ciclo di covata indebolendo ulteriormente le famiglie. Molti i casi di regine mal fecondate, api diminuite di numero e covata irregolare; tutti fattori che rendono impossibile la salita a melario, la costruzione dei cerei e determinano una maggiore incidenza delle patologie della covata.

Molti apicoltori stanno monitorando il livello di infestazione di varroa con il metodo dello zucchero a velo, i risultati dei monitoraggi saranno presto disponibili online sui portali della rete Unaapi
Si ricorda a tutti che una collaborazione in tal senso risulta utile alla gestione organica dei trattamenti sui territori e fondamentale come allarme per fronteggiare tempestivamente il problema.
Si ricorda che il monitoraggio può essere inserito autonomamente seguendo il link sul sito, chi volesse collaborare divulgando i dati senza procedere direttamente alla registrazione può mandarci una mail con i dati del test e ci occuperemo noi di registrarli. E’ importante  cercare di far rete per contrastare assieme gli innumerevoli e sempre più gravi problemi e criticità che gli apicoltori si trovano sempre più spesso ad affrontare. Un grazie in anticipo a chi vorra collaborare alla condivisione dei dati.

Focus produzioni
Millefiori primaverile/erica: produzioni sensibilmente debilitate dalla siccità ad eccezioni di zone vocate per la produzione di miele di erica. Non si tratta tuttavia di rese considerevoli, spesso limitate a zone circoscritte. In queste aree sul totale degli alveari portati in produzione le medie restano comnque esigue in non più di 5 kg/alveare.
Va peggio negli areali di media-alta collina e in Appennino, con produzione è azzerata e necessità di nutrire le colonie.

Acacia: precipitazioni continue, temperature notturne molto basse, vento constante, alevata febbre sciamatoria tutti fattori che hanno reso impossibile produrre acacia in Toscana. Il poco nettare importato nelle poche ore in cui era possibile bottinare è stato prontamente rimangiato nelle notte e spesso gli apicoltori sono stati costretti a nutrire. Sebbene ci siano areali di collina in cui si è prodotto qualche kg di acacia, spesso mescolata ad altri nettari, le medie sono vicine allo zero.

Sulla: produzioni molto scarse tra i 5-10kg sempre a causa di condizioni meteo avverse e colonie in febbre sciamatoria o alla fame. Anche questa specie dall’alto potenziale nettarifero non sembra riuscire a riproporre le rese di un tempo.

Tiglio/ailanto: il tiglio è fiorito in concomitanza con la bolla di caldo della prima meta di giugno. Nelle città più grandi come Firenze, Empoli, Prato le temperature hanno raggiunto massime tali da far sfiorire rapidamente i fiori. La firitura di tiglio è ancora in corsa nei piccoli areali urbani, le rese si stimano mediamente sui 5kg ma spesso il monoflora di tiglio e mescolato con ailanto e melata e si tratta quindi di millefiori.

Melata: si segnala presenza sporadica nei melari di nettare di melata in prossimità dei centri urbani e sugli appennini.

Conclusioni
Diversamente da altri anni dove vi erano areali più favorevoli di altri, il 2019 si caratterizza per una situazione produttiva pessima e uniforme a livello territoriale. Non è stato possibile produrre quantità apprezzabili di Acacia ne di millefiori. Infine ad aggravare il quadro, l’andamento stagionale ha indebolito molte famiglie che non saranno in grado di sfruttare le fioriture estive (a patto che ci siano)!