acaciaombrelloIn questa prima parte di primavera abbiamo osservato prima il perdurare della siccità e successivamente il sopraggiungere delle precipitazioni unite ad un sensibile calo termicodestinato a protrarsi per buona parte della prima metà di maggio.

Marzo
Il mese di Marzo è risultato decisamente secco e asciutto, con poche eccezioni su alcuni
settori appenninici. In tutte le altre zone si sono osservati cumulati veramente poco significativi, quasi ovunque inferiori a 20 mm; secondo i dati Lamma ha piovuto circa un quarto di quanto piove solitamente nel mese di Marzo.

In questo mese non sono mancate le fioriture del periodo,

fondamentali per favorire la deposizione delle colonie e farle crescere in vista dei raccolti successivi; purtroppo a causa del clima secco le vistose fioriture di prugnolo, rosmarino, alberi da frutto e ciliegio non hanno prodotto la quantità di nettare sperata. 

Un peccato che le disponibilità nettarifera sia stata scarsa perchè nel complesso le famiglie hanno avuto un buon svernamento e si sono affacciate alla primavera numerose con una mortalità invernale nella media. Scenario questo di gran lunga migliore del 2018 caratterizzato dalle gelate tardive e da famiglie molto ridotte.
All’abbondanza di polline non è seguita l’importazione di nettare, spesso intermittente e non sufficiente a garantire uno sviluppo costante della famiglia. Durante le ispezioni era frequente trovare nidi senza scorte con al massimo nettare molto fresco che veniva puntualmente rimangiato nella notte.

In molte zone dell’Appennino e in medio alta collina (Lunigiana, Mugello, Valdarno) molti apicoltori sono stati costretti a nutrire per evitare un arresto dello sviluppo delle famiglie o addirittura morie per fame.

Aprile
L’assenza di precipitazioni, le medie superiori di 1-2 gradi e il sussegurisi del vento si sono protratti fino ai primi giorni di aprile caratterizzato successivamente da alternaza di temperature sopra e sotto media e continue precipitazioni.

Le fioriture hanno potuto giovare della pioggia (a parte il ciliegio fiorito in abbondante anticipo) e siamo tornati a vedere un pò di erica, millefiori e miele di macchia mediterranea nei melari. Ad eccezioni del grossetano, che ha registrato medie lievemente superiori, si parla di rese nettamente sotto il melario e solo in stazioni isolate del livornese e chianti senese. In Appennino la situazione è risultata ben peggiore con famiglie numerose che stentano a incamerare miele.

L’acacia sulla costa e sulle città ha messo i primi boccioli bianchi già intorno al 10 di aprile, il sopraggiungere del fronte freddo della seconda settimana di aprile ha “spaccato” a metà la fioritura con stazioni in cui sono presenti fioriture ormai ingiallite dalla pioggia e boccioli che devono ancora sbocciare. Al momento mediamente abbiamo una piena fioritura in pianura bassa collina e un 40% dei fiori aperti intorno ai 300 metri. Nonostante queste fioriture è ancora difficile vedere le api sui grappoli fiorali e tantomeno nettare nel melario.
Non sono mancati infine fenomeni temporaleschi intensi e grandine nel pistoiese e nell’aretino che ha sensibilmente dannaggiato le acacie in fioritura, pure il vento, spesso di tramontana non ha mai dato tregua sulle stazioni più esposte.

Le previsioni meteo dei prossimi giorni segnalano un ritorno del fronte freddo con massime inferiori ai 10 gradi, con queste premesse risulta molto difficile produrre acacia sotto i 400 metri e, fatto ancor più preoccupante, sarà necessario verificare che i nidi siano provvisti di scorte sufficienti a mantenere un costante andamento della covata e soprattutto che siano adeguate per proseguire lo sviluppo delle famiglie.
Dalla prossima settimana il fronte freddo dovrebbe lasciar spazio ad un nuovo innalzamento delle temperature, è presto per dirlo ma ciò potrebbe favorire l’importazione di nettare di acacia nelle zone in cui le fioriutre sono ancora indietro.

Ricordiamo che potete monitorare l’andamento della fioritura di Robinia dal portale Iphen.

La sulla è in partenza ma la fioritura non sembra eccezionale tuttavia è stata favorita dalle ultime precipitazioni.

Situazione delle famiglie
Generalemnte le famiglie sono molto numerose e ben in grado di ottimizzare l’importazione di nettare qualora sopraggiungano condizioni favorevoli.
Sfortunatamente un alto numero di individui e una continua deposizione di covata porta ad alti consumi di miele che quest’anno non sono garantiti a causa delle problematiche precedentemente elencate.

La covata estesa e le basse temperature possono portare inoltre a patologie stagionali quali nosema e peste americana in grado di mettere in serio pericolo le colonie. Per questa ragione occorre sempre controllare la disponibilità di scorte e valutare se stringere le famiglie nel caso in cui le api non riescano a coprire e di conseguenza scaldare i telaini di covata.

Al momento risulta molto complicato, nelle zone più fortunate dove vi è stata importazione, evitare la sciamatura delle famiglie. Negli areali costieri e collinari, nonostante esportazione di covata, allargamento del nido, posa del melario molte regine anche del 2018 sono sciamate. Un fenomeno ancor più singolare ma rilevato in più province è la continua sciamatura degli sciami orfani con presenza di più di una cella reale, spesso con vergine e con un numero di api esiguo.

Conclusioni
– Difficile ricordare una primavera in cui è stato necessario nutrire con questa frequenza.
– Sicuramente un inizio di stagione non positivo con il maltempo e le basse temperature che hanno compromesso le fioriture primaverili.
– Il monoflora di erica, il miele di macchia mediterranea e il millefiori con prevalenza di erica risultano le uniche produzioni al momento smielate con rese scarse.
– estrema disomogeneità delle famiglie o a rischio fame o a rischio sciamatura
– freddo e scarsità di scorte favoriscono covata calcificata, nosema e peste europea

+ famiglie nel complesso numerose
+buona fecondazione delle regine vergini
+la pioggia prolungata fa ben sperare per le produzioni di inizio estate