ape pollineIl miele in Toscana è stato raccolto e dopo due anni di magra è tornato il sorriso sotto la maschera degli apicoltori.
Dalle prime considerazioni tra colleghi il 2018 pare dunque un anno nel complesso positivo per l’apicoltura toscana e sicuramente migliore delle ultime stagioni.
Il “vaso da miele è sicuramente mezzo pieno” ma la stagione sarebbe potuta essere di gran lunga più positiva se non si fosse susseguita all’annata 2017, una delle peggiori degli ultimi trent’anni.

Nel 2017 la siccità prolungata (dal 2016 per il senese e grossetano) ha debilitato fortemente le famiglie che non sono state in grado di produrre il quantitativo di api necessario per affrontare l’inverno 2017-2018. Con queste premesse, le bufere artiche di Burian a marzo 2018 hanno reso le famiglie ulteriormente piccole e non in grado di sfruttare le prime fioriture.

Acacia

Una stagione 2018 iniziata nel peggiore dei modi con alta mortalità, molti litri di sciroppo impiegati e molti nuclei invenduti e riutilizzati in azienda per rinforzare le colonie.
La produzione di miele pre-acacia ha rasentato lo 0 in tutta la regione, con piccole eccezioni negli areali di alta collina con fioritura di ciliegio posticipata.

Le aziende che hanno nutrito dall’autunno e scelto di riunire le famiglie deboli a primavera, sono state in grado di produrre acacia.
Grazie al meteo nel complesso favorevole (alte temperature notturne, precipitazioni non continue) le condizioni per produrre buone rese di acacia c’erano tutte, tuttavia rispetto al 2017, le aziende disponevano di un 20-30% in meno di api forti abbastanza per salire a melario.
Si può parlare di 25kg di media a melario per le famiglie forti abbastanza per produrre; se però si considerano le colonie svernate (successivamente riunite o non coinvolte nel nomadismo) la media scende drasticamente.
L’acacia è comunque tornata nei maturatori e, sebbene ci fossero meno colonie in grado di raccoglierla, era da tempo che non si vedevano i melari pieni di acacia con un ottimo livello di purezza.

ape girasoleProduzioni successive all’acacia
Lo avevamo detto ad inizio stagione “sarà un anno da millefiori”: le continue piogge e le temperature non eccessivamente torride hanno favorito le fioriture di campo. Rovo, veccia, galega (capraggine), meliloto, trifoglio incarnato, trifoglio alessandrino, sono solo alcune delle piante che si sono susseguite tra primavera ed estate.
Tutta questa ricchezza di nettare ha favorito la produzione di millefiori ma ha macchiato i monoflora successivi all’acacia come il tiglio, l’ailanto (a ridosso delle città) e la sulla che non sempre hanno raggiunto un livello di purezza tale per essere etichettati come tali. Le medie produttive di millefiori si aggirano su 20-25kg.

Castagno: alle quote più basse il castagno è stato pesantemente sporcato da altri fonti nettarifere, meglio alle quote più alte dove le api si sono concentrate su questa fioritura. In quota molto buone le produzioni in Casentino anche se talvolta macchiate da melata; peggio a nord (Pontremoli) dove anche la produzione di polline è stata dimezzata rispetto alla passata stagione (miele e polline di castagno uniche produzioni accettabili del 2017). Le medie produttive si aggirano sui 15-20kg a famiglia.
Melata: buone produzioni di melata di abete nelle zone vocate (Vallombrosa, Casentino), peggio la melata di bosco che ha “sporcato” i melari nel periodo di luglio-agosto ma che comunque ha avuto rese di 1-2 melari in piccole zone dell’Appennino sotto i 400metri.

Girasole: difficile trovare ormai piantagioni di girasole nettarifero, soppiantato da cultivar oleiche non in grado di produrre nettare. Sicuramente un peccato se si considera che le piantagioni di girasole nettarifero nel grossetano hanno prodotto anche più di 2 melari.

Produzioni italiane: per un quadro approfondito sulle produzioni di miele italiano si consiglia di consultare il sito Unaapi o dell’osservatorio del miele.

Situazione delle famiglie
il flusso di nettare continuo ha mantenuto le famiglie forti e favorito le regine nella deposizione.
La produzione di miele proseguita in estate può aver spinto gli apicoltori a posticipare i trattamenti estivi per il controllo della varroa. Invitiamo gli apicoltori che non hanno ancora effettuato i trattamenti, ad effettuarli quanto prima per non raggiungere livelli di infestazione tali da compromettere la vita delle colonie.