Fioriture
Dopo le produzioni estive di castagno, girasole, erba medica, melata e millefiori abbiamo assistito ad un netto calo di importazioni dalla seconda metà di agosto.
Fortunatamente la diminuzione del flusso nettarifero non si è mai arrestata per lunghi periodi e la situazione, rispetto al siccitoso 2017, è sicuramente molto più positiva grazie al clima meno arido ed al susseguirsi di precipitazioni.
La presenza di nettare nella seconda metà di agosto – inizio settembre non è stata tuttavia sempre costante e molte colonie sono andate incontro ad un drastico calo di scorte.
Non sono mancati gli interventi per nutrire le famiglie anche se, dalla seconda metà di settembre, sono partite le fioriture autunnali di inula ed edera che, specie in collina, hanno fornito ottime rese nettarifere.
Ricordiamo che la produzione di edera risulta molto complessa a causa della tendenza di questo nettare a cristallizzare ancora umido nei melari in brevissimo tempo. Per produrre questo monoflora è necessaria un’attenta programmazione dei lavori con rimozione dei melari prima dell’opercolatura, smielatura immediata e appositi deumidificatori per asciugare il miele e raggiungere un contenuto di umidità inferiore al 20%.
Le aziende che sono riuscite ad organizzarsi hanno avuto buone rese di edera spesso mescolata alle fioriture del periodo: inula e anche melata tardiva.
Situazione delle famiglie
In seguito ai trattamenti sanitari per il controllo della varroa le regine hanno ripreso la deposizione con buone rose di covata.
La produzione di regine, grazie alla costante presenza di fuchi è perdurata fino a metà settembre, ma ovviamente le fecondazioni sono state inferiori rispetto ai mesi precedenti.
Nei casi in cui le colonie non si sono ritrovate intasate dell’improvviso flusso di nettare si parla di 3-4 telaini di covata di media. E’ importante che le regine riescano a deporre buone rose di covata poiché le api nascenti andranno a costituire gli individui che affronteranno l’inverno.
In questo periodo è quindi di fondamentale verificare l’ampiezza della covate e ricorre a nutrizione di supporto sulle famiglie carenti di scorte. Non avere un cospicuo numero di api per famiglia, non nutrire o farlo troppo tardi può compromettere la ripresa primaverile e nel peggiore dei casi il superamento dell’inverno.