Le precipitazioni di settembre hanno permesso alle piante in fioritura, in particolare inula ed edera, di fornire buoni quantitativi di nettare su gran parte della regione. Nonostante il considerevole flusso di nettare in alcune zone gli apicoltori non hanno messo il melario, questa scelta è da ricondursi a due fattori:
1)molti apiari venivano da una situazione di scorte carente, a causa del clima caldo arido dei mesi precedenti e pertanto non erano in numero adeguato per andare a melario e avevano prima di tutto necessità di immagazzinare nettare nel nido.
2)Il miele di edera tende a cristallizzare rapidamente nel melario prima di raggiungere il 18% di umidità,
è quindi un miele che difficilmente gli apicoltori smielano. Quest’anno inoltre, con famiglie non particolarmente numerose al momento della raccolta e temperature notturne sui 10 gradi, la cristallizzazione del miele di edera avviene molto più rapidamente addirittura sul fiore stesso (foto).
Alcune aziende hanno installato le trappole per il polline in quanto con l’edera in fiore vi sono buone rese.
Da tenere sotto controllo le scorte delle famiglie dove non sono presenti fioriture di edera e inula, poiché le famiglie potrebbero non avere scorte sufficienti per passare l’inverno.
Situazione delle famiglie
Data la bassa deposizione delle regine nel corso dell’estate le famiglie sono arrivate all’autunno molto ridotte numericamente. Molti apicoltori sono stati costretti a nutrire con sciroppo per far deporre un po’ di covata e far crescere le famiglie che adesso stanno finalmente importando.
Prima della presenza di nettare nei nidi la covata era mediamente su due telaini su gran parte della regione e le scorte erano 2 telaini e vicine allo zero in quota.
E’ bene ricordare che ci possono essere dei rischi per le famiglie invernate solo con miele di edera durante un inverno rigido poiché questo miele tende ad essere molto compatto e per essere assunto le api devono prendere dell’acqua esternamente per scioglierlo ed essere in buon numero.
Si registra la presenza in alcune aree di una massiccia attività predatoria della Vespa crabro, ciò limita l’attività di volo in quanto le api tendono a sostare e a raggrupparsi sul pradellino e a volare meno.
Si continua a segnalare la presenza di piccoli furti di poche arnie in provincia di Firenze e Lucca.
Situazione sanitaria
l’infestazione di varroa, per chi ha eseguito correttamente i trattamenti nei mesi estivi, pare inferiore agli anni passati. Probabilmente il gran caldo e la minor presenza di covata hanno limitato il proliferarsi del parassita. Sebbene la situazione appaia sotto controllo è bene non abbassare la guardia e organizzare i trattamenti invernali per tempo soprattutto con inverni miti dove le regine tendono a non andare in blocco di covata.