Situazione fioriture
Dopo l’inverno con temperature sopra la media ma comunque alternate a periodi di freddo più intensi del precedente anno, la primavera sembra finalmente arrivata.
Non mancano tuttavia i ritorni di freddo durante la notte e ciò crea qualche preoccupazione per le famiglie che sono uscite debilitate dall’inverno o che hanno deposto troppa covata rispetto alle riserve di miele stivate.
Complessivamente la stagione sembra in ritardo rispetto allo scorso anno di circa 10 giorni e la variabilità delle famiglie tra stazione e stazione è molto ampia.
Al momento c’è una buona importazione di nettare e polline su buona parte della regione:
l’erica è sfiorita su costa e isole e al momento è fiorita in pianura ma non sta dando grandi rese per il solito problema della siccità che perdura ormai da molto tempo.
In collina il ciliegio è in fioritura e già una decina di giorni è fiorito il prugnolo e gli alberi da frutto appartenenti al genere Prunus, la loro resa nettarifera non è elevata ma la diffusione nel territorio e la massiccia fioritura ha dato la giusta spinta per uscire dall’inverno.
Nei prati sono spuntate le margherite, il tarassaco e la senape selvatica (Sinapis arvensis).
Tra le specie coltivate si segnala la fioritura della colza.
Altre fioriture in corso degne di nota: viburno, lauroceraso, salice, rosmarino, mandorlo.
L‘acacia sta mettendo le prime foglioline e ricordiamo che è possibile monitorare lo sviluppo fenologico di questa specie attraverso il portale Iphen.
Situazione delle famiglie
Situazione molto varia, come solitamente si verifica in questi inizi di stagione dove le famiglie escono dall’inverno non in maniera omogenea anche all’interno di un unico apiario.
In linea generale le famiglie che sono svernate con le scorte autunnali adesso sono mediamente su 8-9 telaini con 5 telaini di covata. Questo improvviso aumento della deposizione non sempre è stato accompagnato da una sufficiente importazione col risultato che le scorte nel nido sono sensibilmente diminuite.
Il clima ha comunque scoraggiato la formazione di celle reali e la deposizione a fuco.
Ad eccezione della costa e di alcune sottostazioni calde sembra che la febbre sciamatoria tardi a partire: si iniziano solo adesso a vedere importanti concentrazioni di fuchi ma, le temperature ancora incerte tengono ferme le api anche se la discreta disponibilità netterafirera permette alle colonie di iniziare a “tirare” la cera.
Situazione sanitaria
Le famiglie correttamente invernate e con i trattamenti antivarroa effettuati nei tempi sono sane. La mortalità invernale è comunque sopra la media, mediamente superiore al 15%. Una delle possibili cause responsabile di questa mortalità eccessiva è da ricondursi ad un invernamento di famiglie poco popolose e con scorte limitate, a causa dal perdurare della siccità estiva che ha limitato anche in maniera pesante la disponibilità delle risorse nettarifere.
La conduzione della ripresa della deposizione quando è stata associata ad una tempestiva individuazione delle famiglie in crisi di scorte e tempestiva nutrizione in febbraio in molti casi ha permesso di recuperare anche famiglie estremamente piccole e debilitate.