Si confermo le medie produttive dell’acacia inferiori al melario con un miele molto macchiato da altre fioriture.
In seguito alla fioritura dell’acacia la seconda parte di stagione è caratterizzata dal persistere della siccità.
Queste condizioni avverse prolungate nel tempo e interrotte solamente da brevi precipitazioni nella prima decade di giugno, hanno allungato il tempo tra la fine dell’acacia e l’inizio di una successiva importazione. La mancanza di nettare successiva alla fioritura dell’acacia, che come ben sappiamo non è stata proficua, ha stressato non poco le famiglie nelle zone in quota e dove l’acacia non era stata raccolta.
Tuttavia non è mai mancato un discreto flusso di polline grazie alle fioriture di campo e del rovo che in alcuni casi ha fornito un po’ di nettare.
A ridosso delle città i tigli e gli ailanti possono fornire buoni quantitativi di nettare siamo mediamente sotto il melario, sempre a causa del caldo, con un miele pesantemente macchiato dalla melata che in questi giorni è molto frequente su siepi e sugli stessi tigli.
Il castagno è finito alle quote basse in Mugello e in buona parte dell’Appennino, la fioritura è stata molto breve ma ha dato sia nettare che polline. Si stima che le medie del castagno si aggirano tra gli 1-2 melari, ma è presto per fare previsioni perchè sta ancora dando in alta quota.
Nelle zone sulla costa e in pianura persiste il problema della siccità, al momento in queste zone le api stanno andando sul girasole.
Pare ancora presto per la melata d’abete.
Situazione delle famiglie
in seguito alla fioriture dell’acacia, col drastico calo del flusso nettarifero, la deposizione delle regine è drasticamente rallentata. Anche la febbre sciamatoria, che non è mai stata troppo forte in questa stagione, si è azzerata. Gli apicoltori si stanno organizzando per iniziare i trattamenti anti-varroa