Situazione generale in Toscana

La maggior parte degli apicoltori è impegnata a contrastare la varroa.

Il blocco di covata  sembra essere la tecnica ormai più diffusa.  I più stanno ingabbiando in questi giorni, ma vi è già chi sta liberando le regine ed eseguendo il trattamento con acido ossalico. Alveari portati in produzione già ad inizio stagione iniziano a mostrare evidenti sintomi di varroatosi. Api con ali deformi, covata morta e spopolamenti iniziano ad essere segnalati da numerosi soci. Una situazione migliore segnalata viene registrata negli apiari dove si è preferito eseguire durante la stagioni asportazione  di covata  e trattamenti periodici.  

 

Chi ha anticipato il blocco di covata, e ha già liberato le regine e fatto i trattamenti, segnala  presenza di varroa  mediamente alta/molto alta.

La tendenza al saccheggio  che rendeva difficile il lavoro di ingabbiamento nella prima metà di  luglio, dopo le piogge del 17-18 e del  27-28 luglio, sembra essersi fermata.

Le api trovano un po’ di nettare sui fiori di campo e si inizia a vedere un po’ di melata, ma in generale non vi è importazione di nettare nei melari.

Vengono segnalate difficoltà nella fecondazioni delle regine, che appaiono lente e percentualmente basse.  I problemi possono essere causati dal caldo (limitatamente al periodo dal 10 al 15 luglio), dai gruccioni (segnalati nella zona di Empoli, San Gimignano e Siena), dalla bassa presenza di maschi (molti alveari iniziano ad espellere i fuchi).

Provincia di Firenze

Nel Valdarno inferiore il castagno ha visto una produzione migliore rispetto allo scorso anno anche se la media  ha di poco superato il melario e spesso con elevata umidità. Attualmente le api stanno cominciando a portare un po’ di melata, abbondante nelle zone di Rignano ed Incisa. Tanta varroa, ben visibile, ma più o meno come  avviene ormai da anni.

La zona del Chianti ha avuto discrete produzioni di mieli chiari ma, attualmente, non si registra importazione. E’ stato fatto prevalentemente il blocco di covata e le regine devono ancora essere liberate, la  sensazione è che non ci sia tanta varroa tranne per  qualche famiglia più colpita.

Nell’area di  Ginestra Fiorentina la api stanno ancora importando miele chiaro, non stanno raccogliendo melata di metcalfa.

A Pontassieve c’è  ancora un po’ di raccolto grazie a qualche fioritura estiva di radicchio erba medica ecc….

Nelle Foreste di Vallombrosa è segnalata presenza di melata di abete.

Nel Mugello la bottinatura è minima, è presente polline e il saccheggio riscontrato a inizio luglio è assente. Il castagno nonostante l’ottima fioritura  ha dato circa un melario e mezzo. Si attendeva la melata nella prima metà di luglio ma non c’è stata, molte famiglie hanno addirittura consumato le scorte. Con ottimismo si spera in agosto. E’ segnalata molta varroa..

Provincia di Siena

Dopo l’acacia è stato raccolto in genere un melario di millefiori. Le api stanno raccogliendo sulla medica e qua e là sono segnalate buone importazioni di melata di metcalfa

Provincia di Arezzo

Tolti i melari con il girasole, che ha prodotto circa 25-30 kg ad alveare, attualmente non ci sono fioriture e viene importato qualcosa solo per il fabbisogno delle famiglie.

Chi ha fatto il blocco ed inizia a sgabbiare in questi giorni ha riscontrato altissime quantità di varroa. Principalmente si è utilizzato il metodo dell’ingabbiamento in metà telaino da melario per far continuare la regina a deporre.

Provincia di Pistoia

Nella montagna Pistoiese si stanno importando buone quantità di melata e vi è ancora del rovo in fiore.

Il trattamento prevalente è il blocco e in questi giorni si inizia a sgabbiare le prime regine. La  varroa è presente, ma non vi sono sintomi visibili, le api sembra riescano a tollerarla meglio rispetto agli anni passati.

Provincia di Grosseto

Anche in queste zone la situazione, dopo i saccheggi di luglio, è più tranquilla. In media  sono stati prodotti due melari abbondanti di girasole e qua e la un po’ di melata,.

Tanta varroa, troppa varroa!   Va meglio alle aziende che producono sciami e trattano periodicamente. Vengono segnalati buoni risultati da coloro che utilizzano Apivar lasciandolo nell’alveare per più mesi, da fine estate a primavera.

 

Questo report è stato realizzato grazie alle informazioni raccolte dai nostri tecnici e da vari soci, chiediamo a tutti di comunicarci la situazione dei propri alveari al fine di rendere “Api in Toscana” sempre più ricco e attinente alle realtà territoriali.