Report 2025 – Gennaio e il “Non Inverno”
Le temperature massime di dicembre sono risultate generalmente in media, ad eccezione dei rilievi, dove si sono registrati valori più elevati.
Le temperature minime, invece, sono state più calde lungo la costa e sui rilievi settentrionali, mentre nelle vallate interne, grazie alle inversioni termiche, si sono mantenute leggermente sotto la media.
Altrove, i valori minimi sono stati sostanzialmente in linea con le medie.
Per quanto riguarda le temperature medie mensili, si nota un quadro variabile: leggermente sotto media in alcune vallate interne e in media o sopra media nelle altre aree.
Sul fronte delle precipitazioni, si rilevano accumuli inferiori alla media sulle Apuane e nelle province nord-occidentali, mentre le zone orientali hanno registrato valori leggermente superiori.
Confrontando i dati con la media climatica del periodo 1991-2020, possiamo affermare che dicembre non è stato un mese freddo. È stato certamente migliore rispetto agli ultimi tre dicembre degli anni precedenti, ma resta comunque molto lontano dall’essere definito un mese realmente invernale (fonte: centro meteo toscano).
In Appennino è caduta un po’ di neve, ma le quantità sono risultate nettamente inferiori alle medie. Ad esempio, all’Abetone si sono registrati circa 50 cm di neve contro una media storica che si aggira intorno ai 90 cm.
Gennaio è iniziato con condizioni che poco ricordano l’inverno. Le temperature minime, simili a quelle di aprile, superano i 10°C quasi ovunque, ad eccezione delle zone montane. Le giornate sono caratterizzate da cieli grigi, venti di scirocco e un clima mite.
La poca neve caduta è ormai scomparsa da gran parte dei rilievi: niente nel Monte Amiata mentre all’Abetone il manto nevoso è sceso a soli 5 cm. Questo è il segnale inequivocabile di una stagione invernale finora deludente, segnata da qualche brinata ma priva di veri e propri episodi di freddo significativo.
Un modesto calo termico è atteso per il prossimo fine settimana, ma le previsioni indicano temperature sopra la media per almeno 11-12 giorni sui prossimi 15.
Solo per 2-3 giorni potrebbe verificarsi una temporanea diminuzione delle temperature, sempre che le condizioni vengano confermate.
Purtroppo, dobbiamo abituarci a un nuovo tipo di inverno e a estati sempre più lunghe e calde.
Le api e la vegetazione devono quindi affrontare un clima sempre meno invernale e gli effetti di questo scenario climatico sulle api e sulla vegetazione sono ormai noti.
Le piante iniziano a germogliare già adesso, anticipando significativamente le fioriture, nella foto a fianco possiamo vedere una pianta di Erica arborea nel senese che già presenta i boccioli florali. Di conseguenza, anche le api accelerano la loro crescita e l’uscita dalla fase invernale, importando polline e nettare con un conseguente aumento precoce dei consumi di risorse.
I problemi principali sorgono quando le fioriture avanzano più velocemente rispetto alla capacità delle api di sfruttarle.
Spesso, in questa fase, l’assenza di bottinatrici mature limita il raccolto, portando a uno spreco parziale della fioritura. Inoltre, i ritorni di freddo e le gelate tardive possono danneggiare sia le piante che le api: le colonie, impegnate nella cura della covata e con un fabbisogno alimentare aumentato, si trovano senza sufficienti risorse nutritive.
Operazioni da svolgere a gennaio
Gennaio è il momento ideale per concentrarsi su quelle attività che difficilmente si riescono a svolgere durante la piena stagione apistica. Ecco alcune mansioni fondamentali da considerare:
Trattamenti antivarroa: se non sono stati ancora effettuati, è necessario concluderli. Ormai non è più consigliabile l’uso di presidi sintetici caratterizzati da un lungo periodo di rilascio è preferibile ricorrere a principi attivi registrati a base di acido ossalico, anche se ormai non abbiamo più situazioni di assenza covata, fondamentali per garantire l’efficacia del trattamento. Occorre quindi ricorrere a più cicli di sublimato o a un gocciolato rimuovendo la covata.
Controllo delle famiglie: approfitta delle ore più calde della giornata per verificare lo stato delle scorte alimentari e la salute delle colonie, le famiglie non saranno in glomere (foto).
Limita al minimo il disturbo per non compromettere il benessere delle api.
Se necessario, stringi le colonie e integra le scorte con candito per sostenere le famiglie con riserve insufficienti.
Pianificazione e preparazione: prepara i telaini per la prossima stagione, controllando e montando quelli nuovi.
Dedica tempo alla pulizia del materiale da campo, delle arnie inutilizzate e del locale di smielatura.
Gestisci le scorte di miele: organizza eventuali vendite o approvvigionamenti.
Analisi e selezione delle colonie: analizza le performance delle famiglie durante l’anno precedente.
Identifica le colonie migliori da destinare alla riproduzione e pianifica la sostituzione di quelle meno performanti.
Esplorazione e logistica: valuta l’opportunità di cercare nuovi apiari per ampliare o migliorare le postazioni esistenti.
Riposo e preparazione mentale: concediti del tempo per riposare e recuperare energie in vista della stagione produttiva, che richiederà un impegno costante e intenso.