Ci siamo affacciati all’autunno con un clima mite e altalenante, intervallato da frequenti piogge anche di carattere temporalesco.
Questa instabilità è destinata a permanere, con precipitazioni, raffiche di vento e nuovi incrementi di temperatura.
Nonostante l’attuale clima non sia ideale per la raccolta di nettare, le api hanno avuto diversi giorni per bottinare, approfittando di una fioritura di edera e inula molto lunga, abbondante e ancora in corso, in gran parte della regione.
Tuttavia, a una buona disponibilità di nettare non è corrisposta una buona produzione di cera, a causa delle temperature, soprattutto notturne non favorevoli alla costruzione dei favi.
È un peccato, perché la scorsa primavera non ha favorito la costruzione dei nidi e la pratica di collocare fogli cerei durante la fioritura dell’edera è da anni adottata da molte aziende per far “sfogare le api” e produrre telaini di scorte di edera.
Dato che il miele di edera tende a cristallizzare, la sua produzione e successiva estrazione risultano piuttosto difficili la pratica di far costruire il favo di cera in questo frangente può essere quindi una buona idea.
Il flusso di nettare, pur non particolarmente esplosivo, è stato costante, permettendo a molte colonie di intasare i nidi con miele cristallizzato, lasciando però poco spazio alle regine per covare.
Purtroppo, abbiamo ricevuto segnalazioni da alcuni soci riguardo colonie ben fornite di scorte, ma con un numero di api inferiore alla norma.
Identificare una sola causa per questo fenomeno è complesso, ma la varroa resta come sempre il principale indiziato.
Una famiglia sana non ha particolari difficoltà a gestire tali condizioni di abbondanza di miele di edera: progressivamente libera lo spazio nei telaini centrali e amplia la superficie di covata, finché le temperature restano miti.
Diversa è la situazione per una colonia con un alto livello di infestazione da varroa o numericamente debole: in questi casi, la colonia non sarà in grado di raccogliere o gestire il miele di edera, riducendosi ulteriormente in numero, con il rischio di non riuscire a superare l’inverno.
Operazioni in apiario
Alcune aziende hanno prodotto miele di edera fino alla prima settimana di ottobre, fermandosi solo a causa dell’aumento delle piogge.
Ricordiamo che il miele di edera cristallizza rapidamente e, per essere centrifugato, deve essere estratto ancora umido, spesso con un tasso di umidità superiore al 20%. In questo caso, per poter vendere il prodotto come miele, è necessario deumidificarlo rapidamente con appositi macchinari.
Le previsioni indicano un ritorno di temperature miti, che potrebbe rappresentare un’ottima occasione per fare un’ultima visita approfondita prima dell’inverno, valutando la presenza di scorte adeguate e la quantità di api sufficienti per svernare.
Potrebbe anche essere un buon momento per ingabbiare le regine qualora si intendesse effettuare un trattamento con Apibioxal, garantendo un blocco totale della covata, sempre più raro nel territorio toscano.
Tra le operazioni comuni del periodo rientrano la riunione delle famiglie orfane o deboli, se non presentano problemi sanitari, il nutrimento delle colonie e il restringimento con il diaframma.
Ottobre è anche l’ultima finestra utile per monitorare il livello di infestazione da varroa e intervenire con trattamenti tampone, qualora quelli estivi non siano stati efficaci. Identificare ora eventuali problemi nei trattamenti estivi è cruciale per evitare perdite di colonie nella prossima stagione, senza conoscerne la causa.
Conclusione
Lo stato delle colonie in vista dell’inverno presenta generalmente una discreta quantità di scorte, con una grande prevalenza di miele di edera, ma un numero di api inferiore alla media del periodo.
Il clima mite potrebbe permettere anche alle colonie più esigue o colpite da varroa di crescere di numero, ma questo potrebbe influire negativamente sulle scorte accumulate.
Per questo motivo, è importante non abbassare la guardia.