Ci stiamo ormai tristemente abituando ad inverni che, dal punto di vista delle temperature, si fa fatica a definire tali.
L’abbassamento termico nella seconda settimana di gennaio, a dire il vero neanche troppo intenso, pare più un’eccezione che già sta lasciando il posto ad un innalzamento termico accompagnato da nubi e precipitazioni sparse.
Il freddo intenso del Nord Europa pare infatti traslare verso est lasciando poche tracce nel bacino del Mediterraneo.
Non siamo ai livelli del 2022, che sarà ricordato come l’anno più caldo per la Toscana, ma sicuramente il trend a cui stiamo andando incontro è alla (calda) luce del sole.
Tuttavia le stagioni non sono mai uguali e, sempre rispetto all’inverno 2022, è doveroso fare alcune precisazioni:
• Il 2022 è stato un inverno più caldo ma con un più diffuso numero di brinate, il 2023 è stato più freddo ma, al momento, non si sono registrati particolari crolli termici.
• In entrambi gli inverni abbiamo avuto molte giornate nuvolose ma sicuramente il numero di eventi piovosi è stato sensibilmente maggiore nell’inverno 2023. Ciò sta comportando un netto giovamento a molte specie vegetali, erica in particolare, fenomeno che non si era verificato nella stagione precedente.
• Lo scorso inverno le api sono state relativamente più “ferme” con blocchi di covata certamente non duraturi ma susseguiti a più riprese. Quest’anno al contrario i blocchi sono stati molto limitati con gran parte degli alveari di costa e media collina che non hanno praticamente mai arrestato la deposizione.
• Il 10 gennaio 2022 già stavamo assistendo ad una fioritura anticipata di rosmarino, prugnolo, mimosa, borragine, altre fioriture di campo e nocciolo; al momento non pare che la situazione per le piante sia così anticipata.
• Scorte nel complesso ancora presenti ma consumi più alti degli scorsi anni, si ritiene quindi necessario un continuo monitoraggio per non far arrivare le colonie alla fame.
Operazioni da fare
A gennaio si cerca di compiere quelle mansioni che difficilmente abbiamo tempo di svolgere in piena stagione.
Effettuare i trattamenti antivarroa se ancora non si sono fatti. Ormai sono da sconsigliare presidi di sintesi caratterizzati da un periodo lungo di rilascio, ormai non c’è più tempo a principi attivi registrati a base di ossalico in assenza di covata.
- Approfittare delle ore calde per valutare le scorte e lo stato delle famiglie ma senza recare eccessivo disturbo alle api. Eventualmente stringere e/o nutrire con candito.
- Programmare le operazioni che normalmente non si ha il tempo di effettuare a primavera: preparare i telaini, pulizia di materiali di campo e del locale di smielatura, acquisti e vendita del miele.
- Recuperare e elaborare le informazioni sulle performance delle colonie per poter scegliere le migliori da predisporre per riprodurre nella prossima stagione e le peggiori per avviare alla sostituzione.
- Cercare nuovi apiari
- Riposarsi il più possibile in vista della stagione imminente