Attraverso la nostra fitta rete di soci realizziamo periodicamente un report al fine di descrivere l’andamento stagionale apistico toscano nel corso degli anni.
Come stanno le api? Quanto miele è stato raccolto? Quali sono le operazioni da fare nel mese in corso? Cercheremo di rispondere a tutte queste domande.
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Altro anno con scarse produzioni di acacia, dopo il 2023 il secondo anno dove non si produce questo importante monoflora. La seconda parte di stagione è andata sicuramente meglio con tiglio e castagno che hanno sollevato le medie produttive comunque insufficienti.
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Inutile girarci intorno, per la maggior parte delle aziende se non viene raccolto miele di acacia la stagione è da ritenersi negativa o altamente negativa. Il miele di acacia rappresenta infatti una produzione fondamentale per le finanze delle aziende apistiche toscane e la sua assenza difficilmente può essere rimpiazzata da altre varietà di miele (che ci sono pure state).
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Finalmente l'acacia è stata prodotta, in alcune zone anche in quantità più che discrete. Purtroppo la seconda parte di stagione, a causa di temperature sopra media e siccità prolungata non ha confemrato le produzioni raccolte in primavera.
Per tale ragione il miele di castagno non ha reso quanto sperato.
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Senza troppi giri di parole la stagione apistica 2021 è stata con tutta probabilità la peggiore degli ultimi 30 anni. La gelata dell'8 aprile ha annullato le produzioni primaverili costringendo gli apicoltori a continui interventi di nutrizione. Solo alcune fioriture estive hanno fornito del nettare, il bilancio tuttavia resta altamente negativo.
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Se avessimo avuto le piogge di giugno e i ritorni di freddo di aprile a marzo staremo parlando di una stagione eccezionale. Purtroppo siamo sempre più costretti ad osservare fenomeni meteorologici insoliti per i mesi in cui si verificano e ciò ha un impatto negativo sul nostro comparto. Ottime rese di millefiori estivo.
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Annata negativa con una primavera caratterizzata da precipitazioni continue, temperature notturne molto basse e vento constante. Estate con ondate di calore molto intense; a giugno il repentino innalzamento delle temperature ha letteralmente bruciato le fioriture di tiglio e castagno.
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Il ritorno di freddo del 3 marzo ha fatto preoccupare ma in seguito la stagione non ha riservato brutte sorprese. Seppur senza produzioni eccezionali siamo tornati a produrre miele di acacia. Buoni i raccolti di miele estivo: le medie produttive di millefiori si aggirano su 20-25kg mentre per il castagno siamo sui 15-20kg a famiglia.
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Rispetto alle altre regioni le produzioni di miele toscano, insieme ad altre regioni del centro Italia come Lazio e Emilia Romagna, sono tra le peggiori d'Italia. Ciò è dovuto principalmente a ritorni di gelo a fine aprile e alla estrema siccità estiva in Maremma e nel senese dove le uniche (scarse) produzioni sono state a primavera.
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Il tempo primaverile non è stato clemente: temperature mediamente basse, vento e precipitazioni sparse tuttavia il raccolto di miele primaverile c'è stato. Discrete le rese di nettari estivi quali castagno, tiglio e millefiori. Male le colture come girasole ed erba medica a causa di cultivar non nettarifere e sfalci pre fioritura.
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Le medie produttive sull'acacia in Toscana si aggirano su un melario e mezzo - due melari ma le distribuite in maniera molto disomogenea. L'estate è stata caratterizzata da temperature sopra la media e precipitazioni limitate all'ultima decade, non è stato quindi facile per le api trovare del nettare in pianura. Meglio in appennino con buone rese di castagno.
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Annata negativa con piogge e freddo notturno a fine aprile-inizio maggio che hanno limitato il raccolto di miele primaverile. Il tiglio è fiorito in concomitanza con l'ondata di gran caldo è non ha quindi dato i raccolti sperati: si è raggiunto comunque il melario scarso. Anche il castagno sembra aver deluso ad eccezione di alcune stazioni nel Mugello.
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Scarsi i raccolti di Acacia e Castagno: circa un melario. La scarsa produzione di acacia è riconducibile all'andamento meteorologico mentre il castagno soffre ancora la presenza del Cinipide. Situazione completamente diversa in Maremma, senese e volterrano dove le api hanno lavorato in modo eccellente su sulla, trifoglio, marruca e girasole
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La produzione di acacia è stata scarsa, meglio le produzioni di millefiori chiari, di rovo, tiglio (con punte di 40 kg ad arnia nel fiorentino) e castagno con 20kg di media ad alveare. gli apicoltori del grossetano e di tutta la Toscana meridionale, stanno vivendo una delle peggiori stagioni degli ultimi anni a causa dell’aridità che ha “bruciato” molte fioriture.
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Dopo buone-ottime produzioni di acacia la stagione in molto zone ha riservato raccolti non eccezionali. E’ stato prodotto poco millefiori, poco tiglio e poco trifoglio. Le produzioni di castagno sono variabili ma in linea generale sono tutt’altro che eccezionali. Ottime le produzioni di girasole, in maremma e nelle zone costiere