Attraverso la nostra fitta rete di soci realizziamo periodicamente un report al fine di descrivere l’andamento stagionale apistico toscano nel corso degli anni.
Come stanno le api? Quanto miele è stato raccolto? Quali sono le operazioni da fare nel mese in corso? Cercheremo di rispondere a tutte queste domande.
Inutile girarci intorno, per la maggior parte delle aziende se non viene raccolto miele di acacia la stagione è da ritenersi negativa o altamente negativa. Il miele di acacia rappresenta infatti una produzione fondamentale per le finanze delle aziende apistiche toscane e la sua assenza difficilmente può essere rimpiazzata da altre varietà di miele (che ci sono pure state).
Finalmente l'acacia è stata prodotta, in alcune zone anche in quantità più che discrete. Purtroppo la seconda parte di stagione, a causa di temperature sopra media e siccità prolungata non ha confemrato le produzioni raccolte in primavera.
Per tale ragione il miele di castagno non ha reso quanto sperato.
Senza troppi giri di parole la stagione apistica 2021 è stata con tutta probabilità la peggiore degli ultimi 30 anni. La gelata dell'8 aprile ha annullato le produzioni primaverili costringendo gli apicoltori a continui interventi di nutrizione. Solo alcune fioriture estive hanno fornito del nettare, il bilancio tuttavia resta altamente negativo.
Se avessimo avuto le piogge di giugno e i ritorni di freddo di aprile a marzo staremo parlando di una stagione eccezionale. Purtroppo siamo sempre più costretti ad osservare fenomeni meteorologici insoliti per i mesi in cui si verificano e ciò ha un impatto negativo sul nostro comparto. Ottime rese di millefiori estivo.
Annata negativa con una primavera caratterizzata da precipitazioni continue, temperature notturne molto basse e vento constante. Estate con ondate di calore molto intense; a giugno il repentino innalzamento delle temperature ha letteralmente bruciato le fioriture di tiglio e castagno.
Il ritorno di freddo del 3 marzo ha fatto preoccupare ma in seguito la stagione non ha riservato brutte sorprese. Seppur senza produzioni eccezionali siamo tornati a produrre miele di acacia. Buoni i raccolti di miele estivo: le medie produttive di millefiori si aggirano su 20-25kg mentre per il castagno siamo sui 15-20kg a famiglia.
Rispetto alle altre regioni le produzioni di miele toscano, insieme ad altre regioni del centro Italia come Lazio e Emilia Romagna, sono tra le peggiori d'Italia. Ciò è dovuto principalmente a ritorni di gelo a fine aprile e alla estrema siccità estiva in Maremma e nel senese dove le uniche (scarse) produzioni sono state a primavera.
Il tempo primaverile non è stato clemente: temperature mediamente basse, vento e precipitazioni sparse tuttavia il raccolto di miele primaverile c'è stato. Discrete le rese di nettari estivi quali castagno, tiglio e millefiori. Male le colture come girasole ed erba medica a causa di cultivar non nettarifere e sfalci pre fioritura.
Le medie produttive sull'acacia in Toscana si aggirano su un melario e mezzo - due melari ma le distribuite in maniera molto disomogenea. L'estate è stata caratterizzata da temperature sopra la media e precipitazioni limitate all'ultima decade, non è stato quindi facile per le api trovare del nettare in pianura. Meglio in appennino con buone rese di castagno.
Annata negativa con piogge e freddo notturno a fine aprile-inizio maggio che hanno limitato il raccolto di miele primaverile. Il tiglio è fiorito in concomitanza con l'ondata di gran caldo è non ha quindi dato i raccolti sperati: si è raggiunto comunque il melario scarso. Anche il castagno sembra aver deluso ad eccezione di alcune stazioni nel Mugello.
Scarsi i raccolti di Acacia e Castagno: circa un melario. La scarsa produzione di acacia è riconducibile all'andamento meteorologico mentre il castagno soffre ancora la presenza del Cinipide. Situazione completamente diversa in Maremma, senese e volterrano dove le api hanno lavorato in modo eccellente su sulla, trifoglio, marruca e girasole
La produzione di acacia è stata scarsa, meglio le produzioni di millefiori chiari, di rovo, tiglio (con punte di 40 kg ad arnia nel fiorentino) e castagno con 20kg di media ad alveare. gli apicoltori del grossetano e di tutta la Toscana meridionale, stanno vivendo una delle peggiori stagioni degli ultimi anni a causa dell’aridità che ha “bruciato” molte fioriture.
Dopo buone-ottime produzioni di acacia la stagione in molto zone ha riservato raccolti non eccezionali. E’ stato prodotto poco millefiori, poco tiglio e poco trifoglio. Le produzioni di castagno sono variabili ma in linea generale sono tutt’altro che eccezionali. Ottime le produzioni di girasole, in maremma e nelle zone costiere