Nuovo ritrovamento di V. velutina in provincia di Grosseto

Purtroppo segnaliamo un nuovo ritrovamento di Vespa velutina a Scarlino in provincia di Grosseto. 

L’esemplare è stato ritrovato all’interno di una trappola collocata da un nostro socio in prossimità di un apiario. 

Questa postazione di monitoraggio rientra nell’ambito del Progetto Velutina Toscana che vede la partecipazione dei soci Arpat e di quelli delle altre due associazioni regionali, Toscana Miele e Aapt.

Dopo il ritrovamento di un esemplare di Vespa velutina maschio lo scorso autunno, questo è il secondo ritrovamento nella provincia di Grosseto. 

Dato la veloce diffusione del calabrone nel territorio toscano esortiamo nuovamente i nostri soci ad effettuare il monitoraggio attraverso l’installazione di trappole in apiario.

Grazie al monitoraggio è possibile determinare la presenza del calabrone nel territorio e intervenire con maggior tempismo per limitarne la diffusione.  

Vespa velutina: è tempo di nidi primari

Con l’avanzare della primavera, progredisce lo sviluppo della Vespa velutina, il calabrone asiatico che sta colonizzando il territorio toscano a partire dalle province più settentrionali e che rappresenta una seria minaccia per le api e per la biodiversità dell’entomofauna.

È questo il momento di tenere gli occhi aperti per individuare i nidi primari, un’occasione preziosa per eliminare una regina fondatrice e ostacolare lo sviluppo di un futuro nido secondario, ben più grande e difficile da neutralizzare.

Infatti, a differenza dei nidi secondari, i nidi primari sono piccoli, delle dimensioni di una pallina da ping-pong all’inizio dello sviluppo, poi grandi come un’arancia. Solitamente sono posizionati in luoghi protetti e accessibili come cataste di legna, capanni e tettoie.

In questi stessi ambienti è possibile rinvenire anche i nidi del calabrone autoctono Vespa crabro o della Vespula germanica da cui sono indistinguibili in assenza dell’insetto.

È quindi molto importante non distruggere il nido se non dopo aver atteso l’adulto, per scoprire a quale specie appartenga e perché altrimenti andrebbe a ricostituire il nido altrove, con l’unico risultato di ritardarne lo sviluppo di qualche giorno o settimana.

Ricordiamo che rispetto al nostro calabrone la Vespa velutina è più piccola e più scura; ha una banda gialla-arancione verso la parte terminale dell’addome e le estremità delle zampe sono colorate di giallo.

A maggio nei nidi primari è solitamente riscontrabile la presenza della regina fondatrice, più rara la presenza di operaie già nate. Agli inizi di giugno nelle zone più calde i nidi primari cominciano ad essere popolati dalle prime operaie.

Se pensi di aver individuato un nido di Vespa velutina contattaci al 3457142222 oppure segnalalo su www.stopvelutina.it.

Simona Pappalardo

Tecnici in diretta mercoledì 20 marzo

Ci vediamo mercoledì 20 marzo ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta

Argomenti della serata:

  • Appuntamenti in calendario ecc…
  • Stato di sviluppo degli alveari e previsioni
  • La matematica delle api: calcolare come quando fare sciami per limitare la sciamatura, e tutte le operazioni e tecniche che in questo periodo permettono di pilotare lo sviluppo delle colonie e facilitarle nel periodo primaverile che stà diventando un momento sempre più delicato per il loro sviluppo.
  • Vespa Velutina: Facciamo il punto all’avvio della stagione di sviluppo che comicia anche per questo insetto

 

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

I soci riceveranno una email per partecipare all’evento.

Segnalazioni nidi V. velutina – trovato il nido al Bargino!

Con l’avvio della primavera oltre all’attività delle api riprende anche quella delle regine svernanti di V. velutina.

Le regine fondatrici cominciano a costruire i nidi primari in luoghi solitamente accessibili, nidi che risultano identici a quelli di Vespa crabro. Per questo motivo nei prossimi due-tre mesi al rinvenimento di un nido primario (una pallina del diametro di un’ arancia) questi non vanno distrutti se non in presenza dell’insetto che li ha costruiti e che ne permette il riconoscimento.

In caso si tratti di Velutina andranno segnalati, evitando di distruggere subito il nido facendo così fuggire la regina che senza problemi ne costruirebbe uno nuovo in un altro luogo. In questo periodo il trappolaggio riveste un ruolo fondamentale nella riduzione delle regine fondatrici.

Sono anche gli ultimi momenti prima della ripresa vegetativa: in cima alle chiome spoglie si possono scorgere i nidi secondari, come è accaduto a Bargino dove è stato trovato un nido vicino all’apiario risultato positivo in autunno. Ringraziamo Fipsas Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee che ha diramato ai pescatori associati la comunicazione Arpat sul prestare attenzione ai nidi. Un ultimo sforzo di osservazione che potrebbe permettere di riscontrare la presenza in zone dove ancora non è segnalata.

Per vedere le immagini dei nidi primari e secondari potete cliccare qui

e per la distribuzione sul territorio https://www.stopvelutina.it

 

Giovanni Cecchi

 

Attenzione! Occhi al cielo verso le cime degli alberi

Il territorio toscano è interessato dalla colonizzazione del calabrone asiatico V. velutina, che si sta espandendo dalle province nord della Toscana, dove le densità sono già importanti, tali da danneggiare l’apicoltura e incidere negativamente anche sulla biodiversità dell’entomofauna. Conoscerne la distribuzione tempestivamente è importante per rallentare l’invasione e ridurne la presenza (Puoi trovare qui la distribuzione aggiornata della specie).

I nidi secondari caratteristici e inequivocabilmente attribuibili a questa specie sono più facilmente identificabili nel periodo invernale poiché normalmente vengono costruiti in alto sulle cime degli alberi a decine di metri d’altezza, celati spesso completamente dalle foglie che li rendono visibili solo dopo la loro caduta nel periodo autunno invernale.

Nel caso tu veda un nido segnalalo prontamente mail info@arpat.info e telefono 0556533039. 

 Altro momento fondamentale sarà la primavera quando potrai trovare i nidi primari. Nidi questa volta piccoli, delle dimensioni di un’arancia, posizionati in luoghi protetti e più accessibili come cataste di legna, capanni e tettoie. In questi stessi ambienti sono rinvenibili anche i nidi del calabrone autoctono Vespa crabro ma da questi non sono distinguibili in assenza dell’insetto. Quindi, in questo caso, è importante non distruggere il nido se non dopo aver atteso l’adulto e averlo eliminato.

Distruggere il nido senza adulto non permette di sapere a che specie appartenga e non danneggia lo sviluppo del nido ma lo rallenta solo di qualche giorno o settimana, perdendo l’informazione e il possibile risultato.

Velutina: passato, presente… e il futuro?

Le prime sessioni del CRT-PA Unaapi, svoltosi a Termoli dal 30 novembre al 1° dicembre, hanno puntato le luci sullo stato di avanzamento della Vespa Velutina e sulle conoscenze che abbiamo acquisito nel lungo periodo sui fronti di raccolta dati, contenimento ed eventuale contrasto.
Ricordiamo che Vespa Velutina è un insetto alieno con presenza certa in Italia da ormai sette anni; la Liguria è la prima regione che ha dovuto confrontarvisi e tuttora è la zona con maggior presenza. Purtroppo la nostra regione ha già registrato la presenza del calabrone in quasi tutte le province.
Senza stare a dilungarci sulle metodologie di controllo ormai note, vediamo quali sono le parti salienti dell’incontro Molisano.

– Sono stati osservati calabroni intorno a dei melari di edera già smielati. La notizia non sarebbe particolarmente interessante se non fosse che contemporaneamente nell’apiario vicino non ne è stata rilevata presenza, probabilmente perché nel periodo di fine estate/inizio autunno la ricerca degli zuccheri per l’invernamento è più importante dello sviluppo delle colonie grazie alle proteine, un po’ come per le nostre api. Questa osservazione trova conferma se si osservano le fioriture autunnali, come quella del nespolo, sul quale Vespa Velutina è stata vista bottinare anche con temperature di 5°C.

– È confermata l’efficacia del Metodo “Z” grazie alla diminuzione della pressione di caccia davanti gli alveari molto colpiti.

– Il calabrone è in grado di ricostruire il nido anche se di questo ne è stata distrutta la gran parte anche con impiego di insetticida spray. Questo avviene se si tenta la rimozione durante le ore di luce, consentendo all’insetto di fuggire e poi poter ritornare successivamente. In questo caso si parla di nido primario in un contesto urbano.

– Si è vista un’estensione del raggio di azione della Velutina rispetto al suo reale d’origine, arrivando ai 1500 metri slm ed un allungamento del periodo di volo, anticipato dopo l’inverno e allungato fino alla fine dell’autunno ed oltre.

– Molto interessante è l’utilizzo dall’arpa elettrica spagnola, esposto dal Dott. Andrea Romano, tecnico ALPA miele. Si tratta di uno “telaio” composto da fili di metallo attraversati da una bassa tensione elettrica, posto parallelamente all’ ingresso di volo degli alveari, che colpisce il calabrone sfruttando la sua tendenza a muoversi in modo casuale, soprattutto arrivando di fianco. I fili sono distanziati in modo da non colpire le api, risultando molto efficaci nel diminuire la pressione predatoria.

Un’ampia parte è stata dedicata all’esposizione dei dati relativi a questi anni, Stefano Fenucci, tecnico di Toscana Miele, ha fatto un riepilogo di ciò che in questi anni si è fatto e di come si è evoluta la presenza del calabrone asiatico in Liguria e nel Nord della Toscana.

L’incontro di Termoli ha messo in chiaro una cosa su tutte, la comunicazione tempestiva e la collaborazione fra professionisti ed esperti sono gli strumenti fondamentali per agire in modo sensato ed efficace, oltre che per evitare errori e pratiche potenzialmente pericolose per tutti. Grazie anche all’impegno dei nostri amici liguri le istituzioni e gli istituti di ricerca, in collaborazione con le associazioni degli apicoltori, hanno iniziato a porre sempre maggior attenzione al problema. È anche per questo che UNAAPI sta sviluppando una piattaforma online per la condivisione di dati e conoscenze. Livilla Maggi, tecnica di ApiLombardia, ha sottolineato ulteriormente l’importanza di questo strumento per mettere in comunicazione più attori possibili nel modo più rapido ed efficiente, così da cercare una soluzione senza perdite di energia.

Non v’è dubbio che la parte fondamentale nella partita la giochi il trappolaggio e di conseguenza il controllo dell’avanzamento, quindi rinnoviamo a tutti l’invito a partecipare ai monitoraggi e a comunicare i dati, così da avere riscontri immediati ed agire in caso ve ne sia necessità.

Luca Baldini

Velutina a Grosseto!

Purtroppo vi segnaliamo che in una trappola della rete di monitoraggio Arpat gestita dall’apicoltore Giaccherini Luca stamani è stato rinvenuto un esemplare maschio di Vespa velutina.

Anche se la presenza di un maschio non indica la necessaria presenza di un nido nelle vicinanze, l’esperienza dell’ultimo anno dei maschi autunnali di Vinci e Strada in Chianti ci insegna come sia opportuno aumentare l’attenzione a questo punto su tutto il territorio toscano e non solo nella zona del fronte d’invasione.


Per chi volesse partecipare al monitoraggio qui il link per richiedere l’inserimento.
L’impegno richiesto consiste nel posizionamento delle trappole in apiario da marzo a novembre due volte al mese nei giorni da 1 a 5 e da 15 a 20 dovrà essere sostituita la birra e inviati i risultati delle catture tramite specifico modulo google compilabile anche da cellulare; per qualsiasi dubbio siamo a disposizione.

Venerdì 03 novembre – aggiornamento situazione velutina

Visto gli ultimi avvistamenti in zona Bargino è in programma per venerdi 03 novembre ore 21:00 un incontro straordinario su zoom per fare il punto sulla situazione della diffusione della velutina e un approfondimento sul monitoraggio, non ultimo faremo una carrellata delle migliori tecniche per evidenziare la presenza di velutina in questo periodo.

Per chi non avesse ancora aderito al monitoraggio precedentemente comunicato con la mail del 10/10/23 e volesse partecipare con uno o più apiari, qui il link dove registrare i propri apiari

Iscriviti in anticipo alla riunione cliccando qui.

Dopo l’iscrizione riceverai un’email di conferma con le informazioni necessarie per entrare nella riunione.

Attenzione! Velutina a San Casciano val di Pesa

purtroppo, come risultato del monitoraggio, segnaliamo la presenza confermata di operaie in caccia in zona Bargino, a 40 km dal fronte conosciuto.

Nella zona è presente dunque un nido dal quale, visto il periodo stagionale, stanno per disperdersi le regine svernanti. A chi conoscesse apicoltori in zona o abbia apiari in zona si richiede di prestare la massima attenzione e la massima diffusione della notizia.

Visto la distanza di oltre 50 km dai nidi segnalati nel 2022 si prega tutti di prestare la massima attenzione e collaborazione. Qualora fosse un solo nido, il suo tempestivo rinvenimento sarebbe fondamentale per arrestare o limitare un nuovo focolaio di invasione.

Per valutare la distanza dalle vostre postazioni potete usare il sito stop velutina al quale abbiamo già dato comunicazione per l’aggiornamento della carta, visibile a questo link.

Se volete trovate la stessa cartografia visualizzabile su google Earth

Richiesta di collaborazione al monitoraggio di Vespa velutina

Vista la crescente diffusione sul territorio toscano della Vespa velutina, è stato attivato un progetto triennale regionale di contenimento che ci coinvolge per quanto riguarda il monitoraggio della vespa su tutto il territorio regionale.

Per poter effettuare un monitoraggio efficace e capillare, per riscontrare eventuali focolai lontano dal fronte d’invasione e la dinamica di presenza nelle aree già invase, siamo a chiedere la vostra collaborazione all’attività di monitoraggio tramite trappolaggio.

Chi darà la propria disponibilità avrà l’impegno di controllare le trappole ogni due settimane nel periodo di monitoraggio (da marzo a novembre) e comunicare ad Arpat i risultati del monitoraggio con strumenti facili e immediati (ad esempio chat whatsapp).

Per chi possiede più apiari è possibile ed auspicabile la partecipazione con più di un apiario.

Si richiede di compilare il modulo al seguente link sotto con le informazioni degli apiari con cui si intende partecipare al monitoraggio.